Cartelle firmate da dirigenti dell’Agenzia delle Entrate dichiarati illegittimi da una sentenza della Corte Costituzionale perché assunti ai loro ruoli di responsabilità senza un concorso pubblico. L’agenzia delle Entrate è destinata ad essere sommersa da una valanga di ricorsi?
Milano, Lecce, Reggio Emilia, Frosinone, Brescia. Le cartelle firmate dai dirigenti dell’Agenzia delle Entrate dichiarati illegittimi da una sentenza della Corte Costituzionale perché assunti ai loro ruoli di responsabilità senza un concorso pubblico, continuano a essere “cancellate” dai giudici tributari. Ora alla schiera di annullamenti si aggiunge una grande novità. Non solo le cartelle sono da considerare falcidiate, ma il mancato gettito può essere considerato un danno erariale.
La sentenza
La notizia è collegata a una sentenza della commissione tributaria regionale di Milano, la quale non solo ha accolto il ricorso di un contribuente che riteneva nulli i propri atti perché firmati da un dirigente «illegittimo», ma ha addirittura girato gli atti al tribunale penale e alla Corte dei Conti perché valutino il conseguente danno erariale. I giudici fiscali sono andati decisamente oltre. Ritengono che l’adozione dell’atto da parte dei soggetti collocati nella posizione apicale in modo illegittimo sia viziata da un difetto assoluto di attribuzione del potere, con conseguente nullità assoluta dell’atto, in ogni stato e grado di giudizio.
Partendo dalla premessa che tale perdita di gettito è conseguenza dell’illegittimità della scelta adottata dall’Agenzia nelle designazione, con modalità illegittime, dei dirigenti, ne fa scaturire la denuncia alla Procura della Repubblica e alla Procura della Corte dei Conti per il danno erariale che tale illegittimità cagiona alle casse dello Stato.
Un’ottima notizia per gli amanti del diritto (a dire il vero molto pochi in Italia) e una pessima notizia per le casse dello Stato, che rischiano non solo di soffrire perdite di gettito, ma anche processi contabili.
La situazione resta quindi ancora fluida. Dal punto di vista politico la sentenza fiscale di Milano vuole ricordare allo Stato che le regole valgono per tutti. E i concorsi pubblici vanno fatti con criteri trasparenti. Il governo ora rischia di dover affrontare l’ennesima bomba innescata da un giudice, dopo che la consulta ha imposto le revisione di numerosi meccanismi approvati dai governi precedenti.
Gli effetti
Secondo il Codacons, l’associazione dei consumatori, «una vera e propria valanga di ricorsi sta per abbattersi sull’Agenzia delle Entrate, che rischia di vedere paralizzata la propria attività». Nella realtà è bene che Pmi o Partite Iva interessate non si facciano prendere la mano. Non solo per i costi dell’assistenza specializzata, ma anche perché ogni caso deve essere valutato singolarmente. Non deve essere considerato automaticamente nullo un atto firmato da un funzionario illegittimo, in quanto lo stesso funzionario può essere dotato di delega di firma da parte del dirigente superiore. E in questo caso il giudice tributario potrebbe non annullare la cartella.