Sette giovani medici e ricercatori su dieci decidono di varcare i confini nazionali e andare all’estero, con l’obiettivo di avere maggiori opportunità di carriera.
Secondo un’indagine Amsi-Umem-UxU, condotta su un campione di 5mila professionisti, il 70% dei camici bianchi è sottopagato e nel 50% dei casi le retribuzioni vengono stabilite in base alle Assicurazioni e con notevoli ritardi.
Osservando più da vicino gli esiti della ricerca, la paga dichiarata dalla maggioranza dei professionisti non solo è insufficiente ma in alcuni casi sfiora i 7 euro l’ora.
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Se il 90% dei medici stranieri cerca di inserirsi nel SSN senza successo, a causa dell’assenza della cittadinanza italiana o di una specializzazione, i chirurghi ambiscono a trasferirsi all’estero per riuscire a diventare primi operatori anche all’inizio della carriera. Il 95% dei ricercatori italiani, inoltre, risulta precario con retribuzioni medie di 1500 euro al mese. La totalità degli intervistati, infine, chiede a gran voce più borse di specializzazione oltre a una maggiore stabilità.
Secondo Amsi e Umem, per evitare la fuga dei professionisti e garantire il SSN è fondamentale migliorare l’aspetto organizzativo e amministrativo, anche attraverso una più attenta selezione dei direttori generali basata sulle competenze effettive.