Il taglio del cuneo fiscale riguarderà lavoratori dipendenti con reddito annuo fra 8.200 e 40mila euro, partirà dal mese di luglio 2020 e comporterà un risparmio IRPEF fino a 100 euro al mese direttamente in busta paga: sono le caratteristiche fondamentali del provvedimento allo studio del Governo in base a quanto comunicato dal premier, Giuseppe Conte, dopo il vertice con i sindacati, Cgil, Cils e Uil, di venerdì 17 gennaio.
L’intervento, sottolinea il presidente del consiglio, riguarderà 16 milioni di lavoratori.
Coloro che già godono del cosiddetto bonus Renzi di 80 euro al mese avranno un aumento intorno ai 20 euro al mese, mantenendone la progressività. Si tratta di circa 11 milioni di lavoratori, a cui si aggiunge un platea di oltre 4 milioni di dipendenti con reddito fra 28mila e 40mila euro.
Il nuovo bonus si riduce sopra una certa soglia di reddito: arriverà a 80 euro per coloro che guadagnano 35mila euro per ridursi progressivamente e arrivare all’azzeramento a quota 40mila euro.
Come è noto, il taglio del cuneo fiscale è una delle misure chiave della Legge di Bilancio 2020, che ha stanziato 3 miliardi per quest’anno e 5 mld all’anno dal 2021. La manovra (legge 160/2019, comma 7), prevede che siano però degli appositi provvedimenti a regolamentare la riduzione fiscale. Il Governo sta dunque predisponendo il provvedimento, che è quindi atteso in tempi brevi, anche in considerazione dell’andamento positivo che sembra caratterizzare il tavolo con i sindacati.
«Dopo tanti anni c’è un provvedimento che aumenta il salario netto di gran parte dei lavoratori dipendenti, è la strada giusta», commenta il segretario della Cgil, Maurizio Landini. «È un primo passo anche se continuano a restare fuori gli incapienti», segnala Anna Maria Furlan, segretaria generale Cisl. «Siamo partiti con il piede giusto: si allarga la platea dei lavoratori interessati, si mantiene il bonus, si introduce il ragionamento sulle detrazioni» aggiunge il leader della Uil, Carmelo Barbagallo.