Il dato positivo è che «la volontà del Governo di incentivare i pagamenti elettronici, in ottica di un’Italia cashless» rappresenta un importante passo in avanti per un paese che è fra i fanalini di coda in Europa per i pagamenti con carta (23esimo su 27). Ma le misure inserite nel decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio, e nella manovra stessa, presentano alcune criticità, per cui la loro efficacia «non è scontata». Così Valeria Portale e Giorgia Sali, Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano, commentano le misure di strategia cashless previste dal dl fiscale e dalla Legge di Bilancio.
Lotteria scontrini: come funziona
Molto in sintesi, si tratta della lotteria degli scontrini (che partirà nel prossimo mese di luglio), rimborsi per chi paga con strumenti digitali, riduzione tetto massimo per i pagamenti in contanti (dagli attuali 3mila euro, scende a 2mila euro dal primo luglio 2020 e a mille euro dal 2022), credito d’imposta del 30% per gli esercenti sulle commissioni dei pagamenti elettronici.
Lotteria scontrini: i vantaggi
Portale e Sali esprimono innanzitutto soddisfazione per il fatto che finalmente sia «stata data la giusta attenzione al tema», in considerazione dei forti ritardi dell’Italia sul fronte dei pagamenti con carta (65 transazioni all’anno pro capite, contro una media EU superiore alle 100 transazioni e le oltre 350 transazioni a testa dei best performer), e anche dei dati sull’evasione fiscale.
Secondo le stime dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano nel 2016 il transato degli italiani evaso da parte degli esercenti (sul quale quindi non è stata versata l’IVA e tutte le altre tasse) valeva tra i 120 e i 150 miliardi di euro, per un mancato gettito per le casse dello Stato italiano di circa 27 miliardi di euro. L’incidenza del nero è nettamente più alta sui pagamenti effettuati in contanti (30% del transato) rispetto a quelli effettuati con strumenti di pagamento elettronici (12% del transato).
Lotteria scontrini: criticità
Le due esperte esprimono però il timore che con le misure predisposte «non si raggiungano i risultati sperati. Guardando alle misure premiali dei pagamenti cashless, i livelli di efficacia e di persistenza degli effetti variano molto a seconda della tipologia e delle caratteristiche dell’incentivo stesso». Le criticità segnalate:
- lato consumatore, l’efficacia della lotteria degli scontrini (già sperimentata da altri paesi europei quali Portogallo, Slovacchia, Croazia, Grecia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Malta, Lituania, Polonia, Slovenia e Romania) dipende strettamente dalla semplicità di partecipazione e «quello che si legge sulla lotteria italiana ci fa temere che non sarà semplice partecipare». C’è poi un considerazione generale sull’efficacia, nel senso che la lotteria degli scontrini ha tipicamente «un effetto che si limita alla durata dell’incentivo, poiché ha uno scarso effetto sulle abitudini ricorrenti di pagamento»;
- lato esercente: il credito di imposta «difficilmente renderà agli occhi dei commercianti i pagamenti con carta meno costosi di quelli in contante (soprattutto per gli esercenti che fanno nero). Questo, infatti, rimane ancora lo strumento preferito in accettazione, sia perché i costi percepiti sono inferiori rispetto ai pagamenti elettronici, sia perché, essendo uno strumento non tracciabile, rappresenta la scelta prediletta da chi vuole fare nero: un credito di imposta medio per esercente tra i 70 e i 115 euro, recuperabile a fine anno, difficilmente può rappresentare un’alternativa valida al risparmio immediato percepito in relazione a una transazione in contante oppure a una transazione in nero. E questo a fronte di una spesa per lo stato che si aggirerebbe tra i 100 ed i 165 milioni di euro, considerando che gli esercenti che potrebbero beneficiare dell’incentivo sono circa 1,5 milioni (stime dell’Osservatorio Innovative Payments);
- mancanza di sanzioni: «crediamo che le sanzioni e gli obblighi siano ben poco efficaci, soprattutto se non vengono ben progettati dei controlli», tuttavia le sanzioi avrebbero comunque rappresentato «un segnale per gli esercenti».
In definitiva, quindi, «una manovra con luci e ombre». C’è «l’importante passo in avanti nel puntare i riflettori sui temi dei pagamenti elettronici e dell’evasione fiscale, a lungo rimasti a torto ai margini della discussione politica», che però «si contrappone a un insieme di azioni che risultano essere ancora troppo timide per essere veramente incisive. Confidiamo molto sui 3 miliardi stanziati dal Governo, ma ancora non spiegati». Si tratta, lo ricordiamo, del finanziamento previsto dalla Legge di Bilancio per il rimborso alle persone fisiche che pagano con strumenti digitali.
Infine, Valeria Portale e Giorgia Sali ritengono «fondamentale agire su tutti i soggetti coinvolti, dai consumatori agli esercenti (come si sta facendo), dalle Pubbliche Amministrazioni all’Agenzia delle Entrate e le banche (con le quali il Governo non sembra aver chiuso accordi per ridurre a monte le commissioni bancarie)».