Cresce la sensibilità verso gli acquisti verdi e le iniziative a sostegno dell’ambiente fra le piccole e medie imprese, soprattutto in Europa e da poco anche negli Stati Uniti. Lo rivela una recente indagine IDC su un campione di 250 decisori e responsabili IT di Pmi attivi in diversi settori di mercato.
In particolare i settori più interessati sono quello manifatturiero, quello della vendita all’ingrosso e quello della distribuzione , dove si scelgono tecnologie di produzione, inventario e distribuzione più ecologiche e a minor impatto energetico e ambientale. Anche la gestione delle risorse umane gioca un suo ruolo, in quanto vengono incentivati fra i dipendenti gli spostamenti con i mezzi pubblici.
La gestione eco-compatibile delle forniture IT investe quindi tutti i processi del Supply Chain Management (SCM) ovvero la “gestione della catena di approvvigionamento”, con particolari benefici sui processi di ottimizzazione del livello di scorte e del flusso di beni, aumento di efficienza produttiva dell’impresa e della sua velocità di evasione degli ordini ricevuti, con un miglior servizio in termini di qualità e contenimento dei prezzi nella fornitura foinale della clientela.
Il dato negli Stati Uniti è molto importante, perché, come ha osservato il direttore di IDC Small and Medium Business Markets Judy Hodges, mentre in Europa l’attenzione verso l’approvvigionamento verde è ormai considerata la norma, negli Stati Uniti le aziende sono più restie ad abbracciare le nuove tecnologie innovative a favore di un minore impatto ambientale.
La ricerca di IDC indica che il fenomeno degli approvvigionamenti verdi si è diffuso soprattutto nelle imprese che hanno dai 20 ai 99 dipendenti, quelle più piccole che vedono nella fornitura verde un requisito in più per acquisire nuove fette di mercato anche all’estero.