Nell’ambito del salone Ecomondo, fiera internazionale della green economy (Rimini, 5-8 novembre), il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ha fatto il punto sulla nuova strategia di Governo per la realizzazione del Green New Deal.
A iniziare dalla Legge di Bilancio, dal decreto Clima, dalla norma sull’end of waste e dal collegato ambientale, che sarà presentato a gennaio come norma legata alla manovra.
A margine degli Stati Generali della Green Economy, Costa ha anche annunciato la riorganizzazione del Ministero: è stata infatti istituita una direzione generale dedicata all’Economia circolare, dove tutti gli attori coinvolti potranno trovare una adeguata interlocuzione.
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La nuova organizzazione prevede due dipartimenti: il primo gestirà la tutela dell’ambiente e al suo interno nascerà una nuova direzione sul mare, oltre a quelle già esistenti su natura, dissesto e acqua; il secondo si occuperà della transizione ecologica (crescita verde, economia circolare e sviluppo sostenibile).
Green New Deal
Secondo i piani del Governo, se l’Italia sarà in grado di cambiare marcia, il Green New Deal porterà nel nostro Paese 200 miliardi di nuovi investimenti e oltre 800mila posti di lavoro per affrontare la crisi climatica e raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi del 2015, riducendo le emissioni di gas serra a circa 260 milioni di tonnellate entro il 2030.
Per il sottosegretario all’Economia, Antonio Misiani, si tratta dell’aspetto più innovativo della legge di Bilancio.
Il piano per il Green New Deal è fatto di tante misure, la prima delle quali è il più grande programma di investimenti pubblici della storia di questo Paese: 55 miliardi di euro nei prossimi anni, 32 miliardi dei quali assegnati alle amministrazioni territoriali, risorse finalizzate allo sviluppo sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale, al risparmio e all’efficienza energetica, alla rigenerazione urbana, all’efficientamento del patrimonio edilizio del nostro Paese e al programma imprese 4.0.
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Per dare una vera svolta storica con il Green New Deal, Edo Ronchi, presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile, sottolinea l’importanza cruciale di definire obiettivi strategici, un dibattito partecipato e un programma decennale al 2030 necessario sia per affrontare la crisi climatica sia per rilanciare la green economy e farla diventare la forza trainante del rilancio dell’Italia.
La Legge di Bilancio 2020 contiene alcune novità positive, ma per realizzarlo non basta certo una sola legge, ma una strategia a lungo termine.
Gli 8 punti del piano decennale
Il piano decennale in 8 punti va dalla circular economy alla carbon tax, dai trasporti green all’eco-innovazione:
- obiettivi climatici ambiziosi, aumentando l’impegno di riduzione dei gas serra del Piano Energia e Clima dal 37% al 50%;
- transizione ad una energia efficiente e rinnovabile, arrivando al 65% nel 2030;
- transizione a un’economia circolare, con recepimento rapido ed efficace delle Direttive europee e incentivando il riciclo e il mercato dei riprodotti;
- tutela del capitale naturale e lo sviluppo dell’agricoltura di qualità utilizzando la nuova Pac;
- rigenerazione urbana secondo il modello delle green city;
- decarbonizzazione dei trasporti, investendo nel servizio pubblico nelle città e incrementando la sharing mobility;
- maggiore impegno per la formazione, la ricerca e l’innovazione;
- riforma fiscale, spostando il prelievo dal lavoro ai gas serra.
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Criticità
L’evento è stato anche un’occasione per evidenziare le criticità dello stato di salute dell’Italia green con i risultati della “Relazione sullo Stato della Green Economy”, presentata al convegno di apertura “Green New Deal e sfida climatica: obiettivi e percorso al 2030”, tra cui lo stallo delle emissioni di gas serra che non calano da cinque anni, la ripresa della crescita dei consumi energetici, il forte rallentamento delle rinnovabili, l’eco-innovazione che non decolla e il numero di auto per abitanti più alto d’Europa (644/1000). È questa la fotografia che emerge.
Per valutare l’andamento della green economy nel nostro Paese verrà dunque tenuto conto delle seguenti tematiche: emissioni di gas serra; risparmio ed efficienza energetica; fonti rinnovabili; economia circolare ed uso efficiente delle ricorse; eco-innovazione; agricoltura; territorio e capitale naturale; mobilità sostenibile; green city.