Mi è stata assegnata un’autovettura aziendale ad “uso promiscuo” al valore di Fringe Benefit riportato nelle tabelle ACI. La policy aziendale prevede solo il rimborso delle spese di carburante relative ai chilometri percorsi per missioni lavorative. Avrei due domande: è corretto che il rimborso carburante per missioni lavorative sia su base chilometrica e non venga rimborsato quanto effettivamente speso alla pompa? E’ corretto che il carburante ad “uso personale” non venga rimborsato anche se i costi riportati nelle tabelle ACI includono tutti i costi diretti di impiego (carburante, pneumatici, manutenzione…)?
E’ corretto che il rimborso chilometrico aziendale avvenga in base alle tabelle ACI, che servono proprio per stabilire convenzionalmente la somma che spetta al dipendente.
In pratica, l’azienda rimborsa solo una parte del carburante, che si suppone sia quello che il dipendente spende utilizzando l’auto (concessa in uso promiscuo) a fini lavorativi. E lo fa sulla base delle tabelle ACI stabilite anno per anno, le quali comprendono convenzionalmente tutti i costi sostenuti per l’auto (carburante, manutenzione,ecc).
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Mi pare quindi che la policy aziendale applicata sia corretta. Lei, invece, in dichiarazione dei redditi esporrà la percentuale del fringe benefit annuale a suo carico, che contribuisce al suo imponibile (il 30% dell’importo corrispondente ad una percorrenza convenzionale calcolato sulla base del costo chilometrico di esercizio).
Colgo l’occasione per ricordare che il Ddl di Stabilità 2020 ha modificato il valore del fringe benefit, con l’unica eccezione delle auto ecologiche, aumentando la tassazione a carico del dipendente; su questo punto si prevedono novità nel corso del dibattito parlamentare, con una già annunciata marcia indietro, almeno parziale, sul giro di vite.
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Per conoscere le regole definitive applicate dal 2020 bisogna aspettare l ‘approvazione definitiva della Legge di Bilancio.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz