Un’azienda italiana su due è alla ricerca di manager da assumere nell’arco dei prossimi tre anni, ma la platea dei candidati in quasi la metà dei casi non risulta appetibile per carenza di competenze e skills: scarseggiano capacità di leadership e di motivazione, conoscenza delle lingue, orientamento all’innovazione, capacità di adattarsi a scenari in evoluzione.
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È quanto emerge dallo studio “Capitale Manageriale e Strumenti per lo Sviluppo” condotto dall’Osservatorio Mercato del Lavoro e Competenze Manageriali di 4.Manager, secondi cui l’87% delle aziende non trova manager di reale spessore tra i candidati.
L’indagine FederManager e Confindustria ha analizzato domanda e offerta di lavoro manageriale su LinkedIn (1.153.039 offerte in Europa, di cui 68.898 in Italia).
Ma c’è anche un rovescio della medaglia: se è vero che il 60% dei posti di lavoro altamente qualificati evidenzi una carenza di competenze, è anche vero che la restante quota risulti troppo o troppo poco qualificati per l’incarico svolto. Insomma, i conti non tornano mai.
Quali le possibili soluzioni per questo mismatch tra domanda e offerta? Secondo lo studio le criticità di sistema sono superabili solo attraverso il coinvolgimento delle istituzioni, grazie alla partecipazione delle rappresentanze di categoria.
Formazione mirata per qualificare i manager preparandoli alle sfide imposte dal mercato, focalizzando l’attenzione su change e people management, leadership, people management.
Per quanto riguarda i bandi pubblici, in cinque anni 2.452 iniziative hanno riguardato tematiche legate a competitività, PMI, occupazione e innovazione. Ma solo 232 hanno coinvolto potenzialmente figure manageriali, mentre sono 87 i bandi che hanno fatto riferimento alle competenze manageriali in modo diretto e indiretto.
Ulteriori dati nelle slide di presentazione del Report.