L’Unione delle Camere Penali ha proclamato cinque giorni di sciopero, dal 21 al 25 ottobre prossimi, contro l’abolizione della prescrizione dopo il primo grado di giudizio e contro la mancata riforma del processo, normativa che entrerà in vigore a partire dal primo gennaio 2020.
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Gli avvocati penalisti si asterranno dalle udienze e da tutte le attività giudiziarie relative al settore penale, come informa la delibera del 30 settembre.
È ormai imminente il termine di entrata in vigore della norma che di fatto abroga la prescrizione del reato dopo la pronunzia della sentenza resa dal giudice del primo grado. Il Ministro della Giustizia ha pubblicamente dichiarato che nessun intervento è previsto su quella norma, mentre il Partito Democratico, ha formulato, sul punto, riserve assai blande, indeterminate nei contenuti e non di rado contraddittorie.
L’Unione, inoltre, sottolinea come sia inverosimile l’ipotesi di un intervento di riforma dei tempi del processo penale che preceda l’entrata in vigore della nuova normativa sulla prescrizione, da attuare quindi entro la fine dell’anno.
Le conseguenze peggiori saranno ai danni dei cittadini, che secondo i penalisti resteranno “in balia” della giustizia penale per un tempo indefinito.
È chiaro a tutti gli addetti ai lavori, anche alla magistratura, che l’entrata a regime di un simile, aberrante principio determinerebbe un disastroso allungamento dei tempi dei processi, giacché verrebbe a mancare la sola ragione che oggi ne sollecita la celebrazione.