Calendario definito, il prossimo 7 e 8 ottobre alla Camera l’ultimo passaggio legislativo per approvare la modifica costituzionale che riduce il numero dei parlamentari: 400 deputati e 200 senatori, a partire dalla prima elezione successiva al prossimo scioglimento delle Camere. Attualmente i deputati sono 630 e i senatori 315, quindi la riforma prevede il taglio di 345 parlamentari.
Il voto di Montecitorio è previsto per l’8 ottobre (la giornata del 7 è dedicata alla discussione generale): è l’ultimo dei passaggi parlamentari previsti per le leggi costituzionali (che devono essere approvate due volte da entrambe le Camere, con una distanza temporale di almeno tre mesi fra la prima e la seconda lettura).
Come detto, la legge prevede il taglio di 345 parlamentari. Altre modifiche rispetto all’attuale legge sulla composizione del Parlamento: otto i deputati che verranno eletti dagli italiani residenti all’estero (oggi sono 12), e quattro i senatori (due in meno rispetto agli attuali sei). Modifiche anche alle circoscrizioni all’interno dei confini: scende a tre (da sette) il numero minimo di senatori per ciascuna circoscrizione. Saranno pii necessaria ulteriori modifiche, per esempio sulla composizione dei collegi, che però dovranno essere stabilite da una legge ordinaria (sulla base di quanto previsto dalla Riforma del numero dei parlamentari).
L’approvazione definitiva di Montecitorio non è necessariamente l’ultimo passaggio per la riforma sul taglio dei parlamentari. Trattandosi di legge costituzionale, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale ci sono tre mesi di tempo per chiedere un eventuale referendum costituzionale.
«Questa riforma darà efficacia ed efficienza al Paese con il taglio di 345 parlamentari che consentirà un risparmio di 500 milioni per ciascuna legislatura» sottolinea il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà. Emanuele Fiano, Pd, sottolinea invece che l’accordo di governo indica «con chiarezza le condizioni che accompagnano questa misura e che non erano presenti nelle precedenti letture. Dal lavoro da impostare per una nuova legge elettorale, alle necessarie modifiche ai regolamenti delle Camere, a una riforma costituzionale che affronti il tema delle garanzie e degli equilibri da introdurre in base ai nuovi assetti di Camera e Senato».
In realtà, il nodo fondamentale sarà, appunto, la nuova legge elettorale. E qui il dibattito si preannuncia caldissimo: la Lega ha già annunciato la presentazione di un quesito referendario per abrogare la quota proporzionale dall’attuale legge elettorale. Una proposta quindi che va in senso contrario rispetto all’indirizzo che invece sembra vogliano imprimere gli alleati di Govrno, che invece discutono di un nuovo sistema basato sul proporzionale.