Detrazioni: sconto in fattura da abrogare

di Anna Fabi

18 Settembre 2019 15:35

PMI sul piede di guerra contro l'opzione sconto in fattura al posto della detrazione IRPEF sui lavori di riqualificazione energetica: tra ricorsi e petizioni, si chiede l'abolizione della norma.

Prosegue la mobilitazione delle PMI del settore dell’impiantistica contro lo sconto fattura al posto delle detrazioni efficienza energetica previsto dal Decreto Crescita: la richiesta è quella di abrogare una norma che crea difficoltà alle imprese che eseguono i lavori. La CNA propone di inserire la norma nella prossima manovra economica.

Nel frattempo, ci sono oltre 60 imprese associate che hanno presentato ricorso all’Antitrust e alla commissione Ue per violazione delle leggi sulla concorrenza, e c’è una petizione, lanciata su change.org, che chiede la cancellazione della norma, ossia l’articolo 10 del dl 34/2019.

L’opzione

Si tratta, lo ricordiamo, della nuova agevolazione in base alla quale chi effettua i lavori di riqualificazione energetica, invece della detrazione fiscale al 65% può optare per uno sconto in fattura, di importo pari a quello dell’intera detrazione.

I contribuenti che effettueranno lavori di riqualificazione (ecobonus) o riduzione del rischio sismico (sismabonus) possono scegliere di ricevere uno sconto pari all’ammontare alla detrazione. In pratica, l’azienda che effettua i lavori si accolla l’onere di farsi rimborsare a rate quinquennali dallo Stato, sotto forma di credito d’imposta. L’impresa potrà cedere il credito ai propri fornitori, i quali però non potranno effettuare ulteriori cessioni.

Se il fornitore accetta, l’opzione va comunicata – online o tramite modello apposito – all’Agenzia delle Entrate entro il 28 febbraio dell’anno successivo a quello delle spese.

Una norma che, si legge nella petizione, confonde «gli sconti con le detrazioni tramite un complesso dispositivo che mette le imprese impiantistiche, dei serramenti e degli infissi in un aperto conflitto, che sembra creato ad arte, con i propri clienti ed i propri fornitori».

Il punto è che dare ai clienti l’opzione di scegliere uno sconto al posto delle detrazioni IRPEF, «costringendo le imprese che fanno i lavori a farsi rimborsare questo sconto in un credito di imposta, ha l’effetto di scaricare completamente sulle imprese stesse tutto l’onere finanziario derivante dal costo dell’intervento».

La protesta

Carmine Battipaglia, presidente di CNA Installazione Impianti ritiene «fondamentale» che «nel testo della Legge di Bilancio vi sia un esplicito ed inequivocabile impegno del Governo, in questo caso appoggiato anche dalle forze di opposizione, per l’abrogazione dell’art. 10».

Mauro Sellari, referente nazionale CNA Serramenti, insiste: «Un decreto volto a favorire la crescita del Paese rischia di tagliare fuori le nostre aziende dal mercato della riqualificazione energetica e di produrre di fatto un ritorno al monopolio delle grandi catene».

La battaglia all’articolo 10 prosegue su più fronti. Regioni Toscana e Umbria hanno deciso di costituirsi in giudizio e di ricorrere alla Corte Costituzionale per l’abrogazione dell’art. 10, mentre la Regione Lazio ha approvato un ordine del giorno che impegna il Presidente e la giunta a «compiere tutti gli atti necessari e propedeutici ad impugnare nelle sedi istituzionali e giurisdizionali competenti l’articolo 10, di fronte alla Corte Costituzionale».

Ci sono anche iniziative politiche, con il PD e Forza Italia che hanno presentato disegni di legge sull’abrogazione dell’articolo 10. La palla passa ora al Governo, in vista della manovra 2020.