Fisco, gli sprechi superano l’evasione

di Anna Fabi

17 Settembre 2019 10:09

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Le inefficienze della PA costano 200 miliardi di euro, il doppio del mancato gettito da evasione fiscale: burocrazia, infrazioni e ritardi pagamento frenano il Paese e penalizzano cittadini e imprese.

La voce del sistema Italia che costa di più al contribuente non è l’evasione, comunque molto alta, ma l’inefficienza della pubblica amministrazione: gli sprechi costano circa 200 miliardi l’anno, quasi il doppio rispetto ai 110 miliardi di imposte non versate.

I calcoli sono quelli della Cgia di Mestre, che precisa: «sia chiaro, chi evade commette un reato e va perseguito ovunque esso si annidi; tuttavia, la legalità deve essere rispettata da tutti: sia dai soggetti pubblici sia da quelli privati». Ad esempio, nei confronti dell’Italia ci sono infrazioni per qualità dell’aria, dell’acqua, inquinamento, tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni.

Il record italiano di infrazioni europee dimostra che le nostre istituzioni devono migliorare.

=> Burocrazia: freno per imprese e autonomi

La Cgia ha cercato di misurare il costo delle principali inefficienze del sistema attraverso una serie di voci utilizzando «i risultati di alcune analisi condotte da istituzioni autorevoli», rielaborati dall’ufficio studi dell’associazione imprenditoriale. Ecco il risultato in tabella:

 

La burocrazia e i ritardi di pagamento sono le due voci che costano di più alle imprese, seguite da inefficienze relative a infrastrutture e costi della giustizia.

Il report mette a confronto i 110 miliardi di evasione fiscale con i 200 mdl relativi alle inefficienze della PA per sottolineare che, in un’ipotetica bilancia del dare/avere tra Stato e contribuente, il soggetto leso non è il primo bensì il secondo.

Si tratta di una comparazione che «non ha alcun rigore scientifico», anche perché «gli effetti economici delle inefficienze pubbliche che si “scaricano” sui privati sono di fonte diversa, gli ambiti in molti casi si sovrappongono e, per tali ragioni, non sono addizionabili».Tuttavia, si legge ancora il ragionamento ha una sua fondatezza, nonostante ci sia tanta evasione:

una PA poco efficiente causa ai privati dei danni economici nettamente superiori.

Spiega il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo:

è verosimile ritenere che se recuperassimo una buona parte delle risorse nascoste al fisco, la nostra macchina pubblica avrebbe più risorse, funzionerebbe meglio e, forse, si potrebbe ridurre il carico fiscale.

Tuttavia, è altrettanto plausibile supporre che se si riuscisse a tagliare sensibilmente le inefficienze presenti nella spesa pubblica, il Paese reale ne trarrebbe beneficio e, molto probabilmente, l’evasione e la pressione fiscale sarebbero più contenute.

Il punto, sottolinea il Segretario Renato Mason è che «le imprese italiane, essendo prevalentemente di piccolissima dimensione, hanno bisogno di un servizio pubblico efficiente, economicamente vantaggioso e di alta qualità, in cui le decisioni vengano prese senza ritardi e vi sia certezza per quanto riguarda le leggi e la durata delle procedure».