Con un giro d’affari complessivo pari a 223,2 miliardi di euro nel 2018, il turismo si conferma settore trainante dell’economia italiana e comparto in grado di generale il 13% del PIL nazionale. A crescere sono sia i turisti sia gli investimenti, che l’anno scorso hanno raggiunto quota 10,2 miliardi di euro, così come la spesa da parte di consumatori stranieri (39,6 miliardi di euro).
=> Turismo e commercio portano lavoro
Secondo i dati rielaborati da JobPricing per il Salary Outlook di Spring, l’Italia rappresenta una meta prediletta per i turisti sebbene la crescita che ha caratterizzato gli ultimi anni non si rifletta sulle retribuzioni, che negli ultimi 5 anni hanno subito un lieve aumento rimanendo tuttavia inferiori alla media nazionale degli altri settori.
Un addetto dell’industria del turismo percepisce 27.112 euro, circa 2mila euro in meno rispetto alla media nazionale (29.278 euro). Una disparità che riguarda tutti i livelli e si accentua per gli impiegati del settore alberghiero-ricettivo, che vantano uno stipendio medio di 27.956 euro contro una media nazionale di 30.770 euro.
A superare la media nazionale dei quadri sono solo gli Airport manager (63.502 euro), i direttori di hotel (57.752 euro) e i capo-villaggio. Seguono gli assistenti di volo (36.526 euro), i responsabili di agenzia turistica (35.885 euro) e di direttori di ristorante (34.279 euro).
Ad avere un impatto negativo sulle retribuzioni sono sia la stagionalità che caratterizza i rapporti di lavoro del settore, sia la presenza di molte microimprese e poche realtà di dimensioni notevoli attive nel comparto turistico.