Imprese al Governo: più crescita e meno tasse

di Anna Fabi

Pubblicato 5 Settembre 2019
Aggiornato 6 Settembre 2019 12:40

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Europa, fisco, investimenti, infrastrutture: le associazioni di imprese rivolgono le proprie richieste al Governo Conte bis.

Avanti con le politiche per la crescita, non all’aumento IVA, taglio del cuneo fiscale: sono alcune delle prime richieste che arrivano dal mondo delle imprese al nuovo Governo Conte bis formato da M5S e Pd. «Cambia il governo, resta la nostra Agenda» sottolinea Confindustria, per cui i tre capisaldi della politica economica devono restare più crescita, meno deficit e meno debito pubblico.

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Confindustria

Viale Astronomia, in realtà, si limita a ribadire la propria posizione a favore di una politica economica orientata alla crescita, indicando fra le priorità il rilancio degli investimenti in infrastrutture, e sottolineando l’importanza di un ruolo adeguato in Europa per la seconda potenza manifatturiera, in una nuova stagione riformista che usi la crescita per ridurre le disuguaglianze e combattere la povertà, che rende necessario fra le altre cose un commissario di primo livello a Bruxelles e dirigenti di alta qualità.

Nel frattempo il nuovo Governo ha indicato come commissario Ue Paolo Gentiloni, ex premier. E’ stato, praticamente, il primo atto formale del Governo Conte bis.

Nel corso del primo consiglio dei ministri, che fra l’altro ha ufficializzato la nomina a sottosegretario alla Presidenza del Consiglio di Riccardo Fraccaro, il capo dell’esecutivo Conte ha annunciato di aver indicato il nome di Gentiloni alla presidente della Commissione Ue Ursula Von Der Leyen, la quale ha confermato di aver ricevuto le indicazioni da tutti i paesi membri.

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Confcommercio

Più articolate le richieste di Confcommercio, che entra subito nel merito sottolineando che «i tempi per la predisposizione della legge di bilancio sono ormai strettissimi». Le richieste dell’associazione imprenditoriale: disinnescare il rischio di aumenti IVA per oltre 50 miliardi di euro tra il 2020 e il 2021, riduzione del cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro, riforma complessiva delle aliquote IRPEF. In linea con Confindustria la richiesta di un forte impulso agli investimenti in innovazione ed infrastrutture.

Confartigianato

Il presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti, invita il nuovo esecutivo a «porre l’artigianato e le piccole imprese al centro delle strategie di sviluppo del Paese», auspicando una Legge di Bilancio che punti su investimenti in infrastrutture materiali e immateriali e ad un’equa riduzione del carico fiscale, semplificazione del Codice degli appalti a favore delle PMI, semplificazioni e accesso al credito, misure per i giovani nel mondo del lavoro incoraggiando l’apprendistato.

CNA

Anche la CNA, confederazione nazionale artigianato, ritiene che «Sistema delle imprese e lavoro, in particolare artigianato e piccole imprese, debbano rappresentare i temi centrali dell’agenda di Governo nel progettare il futuro del Paese» e indica le seguenti sfide: investimenti infrastrutturali e per l’innovazione alla tutela del territorio e dell’ambiente, alla redistribuzione e riduzione del carico fiscale, all’accelerazione del processo di digitalizzazione e modernizzazione della burocrazia, alla garanzia di rispetto della legalità.

Confesercenti e Confagricoltura

Patrizia De Luise, presidente nazionale di Confesercenti, avanza invece una richiesta specifica relativa al settore del commercio: l’apertura di un tavolo con il Governo per il rilancio del settore. «È necessaria un’azione organica, ad ampio spettro, per restituire capacità di spesa alle famiglie e per accompagnare la rete commerciale verso il futuro» insiste, ricordando che il calo della spesa delle famiglie si riflette soprattutto sul piccolo commercio, con 14 negozi al giorno che chiudono senza essere sostituiti.

Confagricoltura punta infine su riforma della Politica Agricola Comune e contrasto alle conseguenze dei cambiamenti climatici.