La spesa energetica è oggi una voce di costo troppo gravosa per le aziende, complice il lento iter per completare la liberalizzazione di energia elettrica e gas: le Pmi italiane sostengono spese superiori del 38% rispetto alla media europea.
In particolare, dal 2000 al 2007, è stato rilevato un aumento del 48,2%, ovvero quasi venti punti percentuale in più rispetto all’incremento registrato nel resto d’Europa, in media del 28,7%.
Tra gli altri indicatori che incidono sui costi dell’energia elettrica delle aziende, il presidente dell’Autorità per l’Energia Alessandro Ortis – a margine della presentazione della relazione annuale – ha lanciato l’allarme su fisco e oneri generali di sistema.
Queste due voci gravano sulle bollette delle Pmi con un costo di 2.026 milioni di euro l’anno, che corrisponde a circa 432 euro l’anno se riferito alla singola azienda.
In particolare gli oneri di sistema – secondo Giorgio Guerrini, Presidente di Confartigianato – incidono per il 18,7% sul prezzo dell’energia.
Ma le voci comprendono anche i contributi per il finanziamento di nuovi impianti da fonti rinnovabili, accise, stranded cost, contribuzione per i regimi speciali e perequazione di energia destinata al mercato vincolato.