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ISEE precompilato in stallo

di Anna Fabi

4 Settembre 2019 10:00

ISEE precompilato 2019, il Garante Privacy ha approvato lo schema di decreto del Ministero del Lavoro, ma la strada è ancora lunga: i dettagli.

L’ISEE precompilato sarebbe dovuto partire nel 2018, secondo quanto disposto dal decreto legislativo attuativo del reddito di inclusione n. 147/2017, art. 10 commi 1 e 4.

L’avvio della sperimentazione relativa alla DSU precompilata dal Fisco – con le informazioni disponibili in anagrafe tributaria, catasto, archivi INPS, saldi e giacenze medie del patrimonio mobiliare dei componenti il nucleo familiare – ha, tuttavia, richiesto più tempo. Un primo slittamento di 12 mesi dei termini aveva previsto l’avvio a settembre 2019, ma per ora ancora niente di fatto.

Intanto, quest’estate lo schema di decreto del Ministero del Lavoro – che disciplina le modalità di attuazione della prima fase di applicazione della DSU precompilata a fini ISEE – ha incassato il parere favorevole del Garante Privacy, secondo il quale il provvedimento rispetta i principi di privacy by design e by default, fornendo idonee garanzie per i diritti e le libertà degli interessati.

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ISEE precompilato: schema di decreto

Secondo lo schema di Decreto, la DSU precompilata deve essere predisposta da INPS e Agenzia delle Entrate previa richiesta del cittadino, al quale resta così la facoltà di non avvalersene. Viene inoltre prevista una delega specifica da parte dei componenti maggiorenni del nucleo familiare da rilasciare al dichiarante per consentirgli l’accesso alla DSU precompilata.

Tra le indicazioni fornite dall’Ufficio del Garante nell’ambito dei contatti intercorsi con il Ministero e recepite nello schema di decreto, quelli di introdurre misure e accorgimenti volti a limitare il rischio di accesso ai dati non autorizzati o di trattamenti non consentiti o non conformi.

Ai cittadini devono quindi essere messi a disposizione strumenti di controllo diretto sull’uso dei propri dati a fini ISEE, con la possibilità di visionare sui siti INPS e dell’Agenzia delle Entrate i riferimenti di eventuali DSU presentate a proprio nome.

Vengono quindi disciplinate, in applicazione del Regolamento UE, le modalità con cui tutti i cittadini, in ogni momento, possono inibire al Fisco l’utilizzo dei propri dati nell’ambito delle dichiarazioni ISEE.

Qualcosa si sta muovendo, dunque, ma la strada verso la DSU precompilata ai fini ISEE è ancora lunga e sembra difficile che possa essere portata a termine entro il 2019: ora serve un disciplinare tecnico che definisca in modo dettagliato le modalità di accesso alla DSU precompilata, i meccanismi di delega, le misure di sicurezza dei dati e le garanzie a tutela dei diritti e delle libertà degli interessati. Disciplinare che dovrà essere esaminato dall’Autorità garante della protezione dei dati prima di poter diventare operativo.