«La crisi va risolta all’insegna di decisioni chiare; e in tempi brevi»: con queste priorità il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha convocato un nuovo giro di consultazioni per martedì prossimo, 27 agosto, dopo aver sentito i rappresentanti dei principali partiti. Si è conclusa con questa decisione la prima tornata di consultazioni del Capo dello Stato che si sono svolte il 21 e 22 agosto.
Mi è stato comunicato da parte di alcuni partiti politici che sono state avviate iniziative per un’intesa, in Parlamento, per un nuovo Governo e mi è stata avanzata la richiesta di avere il tempo di sviluppare questo confronto.
Spiega il presidente della Repubblica, che prosegue:
Anche da parte di altre forze politiche è stata espressa la possibilità di ulteriori verifiche.
Risultato, come detto, nuove consultazioni la prossima settimana. Mattarella ha insistito particolarmente sull’esigenza di tempi brevi, chiedendo ai partiti «decisioni sollecite». Dunque, la palla torna alle forze politiche, che continuano con le prove di dialogo in particolare fra Pd e Movimento 5 Stelle.
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L’andamento delle consultazioni
Ricordiamo che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella seconda giornata di consultazioni di giovedì 22 agosto ha ricevuto, nell’ordine, i rappresentanti di Fratelli d’Italia, Pd, Forza Italia, Lega e Movimento 5 Stelle.
La prima giornata di consultazioni era invece stata dedicata ai rappresentanti delle istituzioni (Giorgio Napolitano, presidente emerito, i presidenti delle due Camere, Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico, e ai partiti minori, ovvero gruppo misto, gruppo parlamentare per le autonomie, Liberi e Uguali).
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Il dibattito politico sembra concentrarsi sull’ipotesi di un nuovo Esecutivo formato da M5S e Pd.
Dopo aver parlato con il Capo dello Stato, il leader pentastellato, Luigi Di Maio, ha spiegato che per il movimento ci sono dieci punti fondamentali su cui trovare un’intesa di Governo, a partire dal taglio dei parlamentari e da una manovra economica equa (che eviti l’aumento IVA).
Il segretario del partito democratico, Nicola Zingaretti, aveva invece insistito su cinque punti fondamentali emersi:
- discontinuità con il precedente Governo gialloverde;
- centralità dell’appartenenza all’Unione Europea e della democrazia parlamentare;
- sostenibilità ambientale;
- nuova linea sui migranti;
- politica economica in chiave redistributiva e di stimolo gli investimenti.
Dopo le dichiarazioni di Di Maio, Zingaretti si è limitato a sottolineare che:
Emerge un quadro su cui si può sicuramente iniziare a lavorare.
Dunque, i colloqui proseguono, i prossimi giorni saranno senz’altro decisivi. Non si esclude, al momento nemmeno l’ipotesi di un nuovo Esecutivo a maggioranza gialloverde. Si registra l’apertura della Lega nei confronti del M5S, per un nuovo Esecutivo che però (par di capire) avrebbe l’unico obiettivo di approvare la manovra 2020, per poi andare al voto. E che non sarebbe guidato da Giuseppe Conte (il quale, lo ricordiamo, nelle sue comunicazioni alle Camere sulle dimissioni si è espresso in termini particolarmente critici nei confronti del vicepremier uscente, nonchè segretario del Carroccio, Matteo Salvini).
No a un Conte bis anche da parte del Pd, probabile la scelta (come premier) di un un personaggio istituzionale “terzo” rispetto ai partiti. Fra le ipotesi più gettonate, quella di Marta Cartabia, magistrato, vicepresidente della Corte Costituzionale. Sarebbe la prima donna premier d’Italia.
I nodi manovra e IVA
In ogni caso, l’unica certezza al momento sembra quella relativa alle tempistiche. Il punto fondamentale resta quello di evitare l’esercizio provvisorio di Bilancio, che scatterebbe nel caso in cui non venisse approvata la manovra economica entro il 31 dicembre 2019. In questo caso, dal prossimo primo gennaio scatterebbe gli aumenti IVA previsti dalle clausole di salvaguardia.
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Su questo elemento (evitare l’aumento IVA) c’è un accordo generale di tutte le forze politiche. Ma è difficile capire come verrà raggiunto l’obiettivo: ad esempio, nel caso in cui la crisi si risolvesse con lo scioglimento delle Camere, il rischio di esercizio provvisorio sarebbe molto alto (anche se Mattarella riuscisse a velocizzare i tempi il più possibile). D’altra parte, anche le divergenze fra i partiti in termini di politiche economiche (ad esempio, fra i possibili nuovi alleati Pd e M5S), fanno prevedere una complessa sessione autunnale di Bilancio. Così come l’eventuale riproposizione dell’attuale maggioranza (visti gli scontri che ci sono stati proprio sulle politiche economiche, flat tax in primis).
Su un punto Mattarella è stato chiaro: non solo i tempi devono essere brevi, ma è anche importante che ci sia un governo che ottenga:
La fiducia del Parlamento, in base a valutazioni e accordi politici dei gruppi parlamentari su un programma per governare il Paese.
In caso contrario:
La strada da percorrere è quella di nuove elezioni.