Il Governo accende i riflettori sui commercianti che hanno chiuso l’attività nel 2017 e nel 2018, restando fuori dall’indennizzo che li accompagna alla pensione: il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, rispondendo a un’interrogazione in commissione alla Camera, annuncia che il Governo studierà la possibilità di estendere il beneficio, riconsiderando:
tra i requisiti indicati ai fini del diritto di accesso all’indennizzo in questione, la data di cessazione dell’attività commerciale.
L’Esecutivo si è detto intenzionato a prendere in considerazione l’indennizzo per chiusura attività negli unici due anni rimasti esclusi da questa sorta di sussidio.Un biennio che risulta penalizzato da un mancato rinnovo della misura che, con la manovra 2019, è diventata strutturale (commi 283, 284, legge 145/2018).
=> Indennizzo commercianti 2019: online le istruzioni INPS
Sia chiaro: Durigon difende comunque l’interpretazione dell’INPS, che con la circolare 77/2019 conferma il diritto all’agevolazione solo dal primo gennaio 2019, ma ammette la penalizzazione del vuoto temporale:
il diritto all’indennizzo è terminato nel 2016 per essere ripristinato, in maniera strutturale, con decorrenza 1° gennaio 2019.
C’è dunque speranza che il Legislatore corregga il tiro, consentendo l’accesso alla pensione commercianti anche a coloro che ha cessato l’attività nel 2017 o 2018, fermi restando gli altri requisiti richiesti (almeno 62 anni se uomini e 57 anni se donne, cinque anni di contributi versati nella gestione speciale commercianti).
Si avvierebbe così a soluzione il caso dei cosiddetti esodati del commercio.
L’indennizzo commercianti, lo ricordiamo, è una prestazione economica INPS che accompagna l’esercente fino alla maturazione del requisito per la pensione di vecchiaia, pari al trattamento minimo previsto per gli iscritti alla Gestione speciale commercianti (per il 2019 è di 513,01 euro).