La flat tax senza regime opzionale da parte del contribuente (ipotesi prevista dalla riforma fiscale che il Governo intende inserire in manovra 2020) rischia di essere iniqua per i redditi più bassi, che in ogni caso non trarranno nemmeno giovamento dalla semplificazione.
Il punto è che per i redditi fino a 28mila euro l’aliquota fiscale media (tenendo conto delle detrazione e delle deduzioni fiscali) è già più bassa del 15%: i dati sono contenuti in uno studio sull’impatto della flat tax dell’Osservatorio sui conti pubblici della Cattolica di Milano.
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Flat tax: chi ci perde
Per la precisione, «l’aliquota media effettiva sui redditi fino a 15mila euro è del 5,2% e sale al 14,4% (inferiore all’aliquota ipotizzata dai teorici della flat tax) sui redditi fra 15 e 28mila euro. La percentuale di contribuenti con reddito sotto i 28mila euro (che paga già meno del 15% di tasse) è pari all’80%. Significa che tre contribuenti su quattro non avrebbero vantaggi dalla flat tax al 15%. E, prevedibilmente, in presenza di regime opzionale sceglierebbe comunque l’attuale sistema fiscale.
Dunque, l’unico modo per introdurre l’aliquota al 15% senza danneggiare questi contribuenti è quello di lasciare al contribuente la scelta del regime fiscale che gli conviene, fra flat tax o aliquote IRPEF ordinarie con detrazioni e deduzioni.
Sottolineiamo che questa ipotesi è prevista dalla proposta a cui la maggioranza sta lavorando sul fronte flat tax, che in estrema sintesi prevede un’aliquota al 15% per redditi fino a 55mila euro. Si tratta di una proposta leghista, mentre il Movimento 5 Stelle è più favorevole alla riduzione degli scaglioni IRPEF.
Secondo il report, la presenza di un doppio regime fiscale «complicherebbe l’attività dell’amministrazione fiscale, soprattutto se diventasse un esempio per future riforme perché moltiplicherebbe i regimi di tassazione in essere». E «questo è in contrasto con uno degli obiettivi centrali della flat tax, quello di semplificare il sistema fiscale».
In ogni caso, c’è il rischio che «la clausola di salvaguardia (sul regime opzionale, ndr) venga abolita e, se l’obiettivo della riforma è di semplificare abolendo le spese fiscali o accorpandole in un’unica deduzione forfettaria», chi ha un reddito fino a 28mila euro «è destinato a pagare di più di quanto paga adesso».
Flat tax: chi ci guadagna
L’applicazione della flat tax al 15% conviene da 28mila ai 55mila euro, redditi che con il sistema attuale pagano un’aliquota media del 21,4%. Attenzione: non significa che tutti coloro che hanno redditi sopra i 28mila euro abbiano convenienza ad applicare la flat tax. In presenza di detrazioni elevate (figli a carico, presenza di familiari con handicap), può continuare a essere conveniente il sistema ordinario.
Fra i 55mila e i 75mila euro, attualmente i contribuenti pagano un’aliquota media del 27,5%, si sale sopra il 33% per i redditi superiori ai 75mila euro.
In generale, il report segnala che «la progressività del sistema fiscale è dato in parte dalla progressività delle aliquote e per una parte maggiore dalle spese fiscali che sono in larga misura volte a favorire i contribuenti con redditi medi e medio-bassi. Interessante la parte che analizza le 142 voci che danno diritto ad agevolazioni fiscale: «difficile trovare delle voci che siano palesemente ingiustificate», si legge.
Volendo mettere mano a un riordino del capitolo, sembra più agevole agire sulle aliquote di detrazione e sui tetti massimi.