Nuova mossa antifurbetti della Pubblica Amministrazione dopo la truffa da 1,6 milioni di euro sul Bonus Cultura, scoperta dalla Guardia di Finanza tramite circa 700 segnalazioni di irregolarità: il Ministero ha messo a disposizione delle Fiamme Gialle gli archivi dei beneficiari del bonus 18app.
Il ministro Alberto Bonisoli e il comandante generale della GdF, Giuseppe Zafarana, hanno firmato un protocollo d’intesa con le linee guida della nuova operazione di accertamento, mettendo a disposizione «tutte le informazioni in suo possesso relative ai beneficiari delle misure di sostegno e/o incentivo già perfezione, nonché quelle afferenti aree di collaborazione», compreso il collegamento alle banche dati.
In questo modo, gli investigatori avranno tutti i dati sulle richieste e sull’utilizzo del bonus cultura, ossia il voucher da 500 euro spendibile fino al 31 dicembre 2019 in beni o servizi culturali (libri, cinema, musei, concerti…).
In cosa consiste la frode? Negozi compiacenti acquistano con il bonus offrendo in cambio al suo titolare, una cifra (inferiore al bonus) in contanti da spendere senza vincoli; il negoziante incassa poi l’intera somma, guadagnando anche sulle false vendite di prodotti, rimasti invece in magazzino.