Le caselle email della mia azienda sono perennemente intasate da messaggi indesiderati, tanto che abbiamo dovuto gestire in modo pesante i filtri per limitarne il flusso. Purtroppo, in questo modo capita di perdere comunicazioni importanti, che finiscono nello spam. Cosa rischiamo? E come possiamo rimediare?
Risposta a cura di Idea Services
(per approfondimenti: esperto.risponde@ideaservices.eu)
Ogni volta che qualcuno invia un’email di spam, non solo i destinatari ma l’intera comunità Internet ne sostiene il costo, calcolato in base al tempo di connessione ma non soltanto: leggere, filtrare e ripulire la casella di posta elettronica spinge le persone a trascorrere più tempo online, oltre ai rischi connessi al download di una mail che potrebbe anche veicolare un tentativo di frode o di attacco informatico.
Quindi, man mano che i suoi volumi crescono, lo spam rende la posta elettronica uno strumento meno comodo ed efficace.
L’email spam collega la larghezza di banda e le risorse su computer e router su Internet. Ogni messaggio indesiderato si aggiunge al costo totale di gestione delle reti di computer che formano i percorsi di consegna ai destinatari. Tali email possono anche disturbare una rete, bloccando i server di posta e riempiendo i dischi rigidi. Senza contate che costituiscono anche un’invasione della privacy online degli utenti di Internet.
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Gli spammer cercano potenziali elenchi di destinatari esaminando forum online e post di newsgroup, rubando mailing list da altri siti o utenti, cercando siti web che riportano pubblicamente indirizzi email. La raccolta di questi dati è facilitata da pacchetti software automatizzati, progettati per la ricerca di spam in diversi ambienti di servizi Internet.
- Volendo scoprire l’identità di chi invia email di spam, si potrebbe chiedere aiuto al proprio ISP (ma si tratta di un passaggio che di per sé comporta ulteriore tempo).
- Di certo, la regola di base è non rispondere mai e neppure inviare richieste di annullamento dell’iscrizione: è possibile che quel nostro click si tramuti in una conferma che il nostro indirizzo email è valido e operativo, esponendoci a ulteriori invii spam in futuro.
- I client di posta hanno la possibilità di definire degli indirizzi come spam e quindi non marcarli e metterli da part in modo automatico.
- Di fondamentale importanza, infine, è far sì che il personale non utilizzi la propria mail aziendale per accedere a siti privati o svolgere attività di carattere non lavorativo.
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Chiedi all'espertoRisposta di Anna Fabi