Per avere diritto all’esenzione contributiva che spetta ai datori di lavoro che assumono titolari di reddito di cittadinanza, il contratto di lavoro applicato, oltre che a tempo indeterminato, deve essere full-time.
Applicazione del bonus
Come specifica la circolare INPS 104/2019 con le prime istruzioni, non sono incentivabili rapporti di lavoro a tempo parziale ma, se successivamente all’assunzione è il lavoratore a chiedere di trasformare il rapporto di lavoro a tempo parziale, il discorso cambia.
In particolare, questo è possibile quando «la rimodulazione dell’orario di lavoro da parte del dipendente trovi fondamento nella presenza di gravi patologie per le quali residui una ridotta capacità lavorativa o, ancora, alle ipotesi in cui il lavoratore manifesti la volontà di ridurre l’orario di lavoro in luogo del congedo parentale».
Si tratta, in pratica, delle ipotesi previste dall’articolo 8 del dlgs 81/2015, quindi:
- patologie oncologiche e gravi patologie cronico-degenerative ingravescenti, che comportano riduzione della capacità lavorativa, eventualmente anche a causa degli effetti invalidanti di terapie salvavita, accertata da una commissione medica istituita presso l’azienda unità sanitaria locale territorialmente competente;
- utilizzo del parti-time in lugo del congedo parentale, con riduzione d’orario non superiore al 50%.
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In conclusione, per trasformare il contratto di lavoro devono sussistere due elementi: la richiesta del lavoratore e la motivazione fra quelle sopra riportate.
Attenzione: nel caso in cui l’assunzione avvenga a scopo di somministrazione (ipotesi ammessa al’incentivo), la decontribuzione per assunzioni agevolate reddito di cittadinanza spetta solo se anche il contratto con l’utilizzatore è a tempo pieno.
Nel caso in cui il lavoratore venga impiegato presso più utilizzatori durante il periodo di applicazione dell’agevolazione, sarà l’agenzia di somministrazione a fare le dovute comunicazioni all’INPS.
Importo del bonus
Il bonus consiste in un esonero contributivo per 18 mesi meno quelli in cui il lavoratore ha già goduto dell’assegno di RdC. Il tetto massimo è pari a 780 euro mensili (che è anche il limite del reddito di cittadinanza). Nel caso del part-time, il datore di lavoro deve riparametrare il beneficio ai contributi effettivamente dovuti e fruire dell’importo ridotto.Infatti, nei caso in cui il rapporto si trasformi in part-time per le motivazioni sopra esposte, il datore di lavoro deve provvedere al ricalcolo dell’incentivo.