Il nodo da sciogliere per mettere a punto il progetto di saldo e stralcio per imprese è l’individuazione del criterio per misurarne lo stato di crisi: la misura è comunque nell’agenda del Governo, in vista della pace fiscale bis da inserire nella prossima manovra, illustrata a margine dell’incontro al Viminale con imprese e sindacati convocato dal vicepremier, Matteo Salvini.
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Saldo e stralcio famiglie
Il saldo e stralcio consente oggi alle famiglie in condizioni di difficoltà economica di sanare le pendenze con il Fisco pagando solo una parte della somma indicata nella cartella esattoriale. Per le persone fisiche, il parametro utilizzato è l’ISEE, che non può essere superiore a 20mila euro.
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Saldo e stralcio imprese
Nella legge di bilancio 2020 l’Esecutivo punta a inserire una misura analoga per le imprese, alle quali ovviamente non si può applicare come criterio l’ISEE. Fra le ipotesi, dunque, quella di consentire il saldo e stralcio alle aziende solo nei casi in cui sia ufficializzato lo stato di crisi d’impresa, con una serie di ulteriori paletti. Ed è su quest’ultimo punto che si concentra il dibattito: gli ulteriori parametri, oltre allo stato di crisi, potrebbero riguardare il bilancio (indebitamento, liquidità) oppure essere legati ad altri fattori per le aziende che non presentano obbligatoriamente il bilancio.
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Pace fiscale imprese
Il saldo e stralcio non è l’unica misura di pace fiscale bis in preparazione per le imprese. Si studia anche un condono, con aliquote agevolate (fra il 20 e il 30%) per chiudere accertamenti in corso. Sarebbe una misura limitata a determinate tipologie di controllo fiscale, di natura presuntiva e di difficile soluzione (casi di abuso del diritto, in cui cioè il confine fra il reato commesso e il paletto normativo è molto labile). Si tratta di una misura che riguarda prevalentemente le grandi imprese (più propense a comportamenti fiscali aggressivi).
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E poi il condono sui contanti nelle cassette di sicurezza, che secondo le stime presentate dal sottosegretario Massimo Bitonci alle parti sociali potrebbe far emergere circa 150 miliardi di euro. L’ipotesi è quella di eliminare le sanzioni applicando solo la tassazione originariamente dovuta, ma non sull’intera somma che viene dichiarata, bensì solo solo una parte (ad esempio, il 30-50%). Il condono è limitato alle cassette italiane (non si potranno far emergere capitali portati all’estero) e saranno previsti meccanismi per escludere proventi di reati (riciclaggio e via dicendo).
Ricordiamo che si tratta di ipotesi, su cui Salvini ha fatto il punto insieme alle parti sociali in vista di una manovra che ancora deve essere delineata nei suoi aspetti concreti.
Sottolineiamo a questo proposito che il vicepremier ha espresso l’intenzione di anticipare i tempi della Legge di Bilancio, prevedendo che l’Esecutivo possa definirla entro settembre, in modo da velocizzare gli ulteriori passaggi. Al momento, in ogni caso, siano ancora in fase di dibattito.