Osservare il percorso di studi e gli esiti lavorativi dei dottori di ricerca che hanno conseguito il titolo di studio nel 2012 e nel 2014: con questo obiettivo, l’ISTAT ha realizzato la terza indagine sull’inserimento professionale dei giovani che hanno ottenuto il dottorato, evidenziando come nel 2018 lavori il 93,8% di loro mentre il 4,6% sia alla ricerca di un impiego e l’1,6% non cerchi un’occupazione.
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Sebbene l’occupazione sia caratterizzata da livelli positivi in tutte le aree disciplinari, sono soprattutto i dottori in ingegneria industriale e nell’informazione a vantare una condizione professionale ottimale.
Stando ai dati, un dottore su dieci lavora come professore o ricercatore universitario, mentre è in aumento rispetto al passato la quota di occupati nel settore dell’istruzione non universitaria. Il dottorato è considerato comunque un percorso utile per accedere al mondo del lavoro da oltre il 79% degli occupati.
Per quanto riguarda la retribuzione media, a sei anni dal titolo il reddito netto mediano mensile è pari a 1.789 euro, seppure con alcune differenze tra le varie aree disciplinari.
Ad essere in aumento è anche il numero di dottori che scelgono di studiare fuori dai confini nazionali, optando soprattutto per gli USA, il Regno Unito e la Germania.
Tra i dottori di ricerca, inoltre, prevale la componente femminile specialmente tra coloro che hanno ottenuto il dottorato studiando presso gli atenei del Sud.
Osservando i dati occupazionali dal punto di vista territoriale, invece, a trovare lavoro più rapidamente sono i dottori che vivono nel Nord-Ovest, mentre la condizione sembra meno favorevole per i colleghi che vivono nel Mezzogiorno.