Si può corrispondere il TFR mensilmente al lavoratore che ne fa richiesta? Ci sono sanzioni per l’azienda se viene corrisposto?
Se lei si riferisce alla norma, che era stata introdotta in via sperimentale dal 2015 al 2018, che prevedeva il diritto del lavoratore a chiedere l’anticipo del TFR in busta paga, la risposta è negativa: si tratta di una norma sperimentale (comma 26 legge 190/2014), che è terminata il 30 giugno 2018 e non è stata prorogata.
Restano le altre possibilità di chiedere l’anticipo del TFR, previste dal codice civile (articolo 2120), che riguardano lavoratori con almeno otto anni di anzianità aziendale e che hanno esigenze particolari (terapie sanitarie, mutuo prima casa).
Attenzione, però: quelle che ho appena riassunto sono le regole sui diritti sanciti dalla legge (e che quindi l’azienda non può negare).
Sono però sempre possibili accordi più favorevoli al lavoratore: lo prevede lo stesso articolo 2120 del codice civile, specificando che «condizioni di miglior favore possono essere previste dai contratti collettivi o da patti individuali».
=> Stop anticipo TFR in busta paga
Quindi, per rispondere alla sua seconda domanda, direi che l’azienda non rischia sanzioni se va incontro alla richiesta di un dipendente di pagare mensilmente il TFR, anzi riconosce una condizione di miglior favore. Ci vuole, però, un accordo preciso con il lavoratore (un patto individuale, appunto).
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz