La Cgil non è necessariamente contraria al salario minimo, il problema è che non è sufficiente, per due motivi: «il tema delle tutele», previste dai contratti di lavoro, e quello della rappresentanza. Così Massimo Bonini, segretario della Camera del lavoro di Milano, intervistato a margine del Festival del Lavoro, spiega a PMI.it la posizione della Cgil sulla proposta di legge sul salario minimo a 9 euro all’ora. Chiarendo, sostanzialmente, quanto dichiarato nei giorni precedenti dal segretario generale Maurizio Landini.
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Il salario minimo, potrebbe risolvere una serie di problemi legati alle forme di lavoro che prevedono compensi più bassi, ma il punto è che:
non c’è solo un tema di salario minimo, ma anche di tutele.
Un contratto di lavoro prevede regole specifiche a tutela di maternità, infortunio, ferie, orari». In pratica, come a più riprese ribadito, il rischio è che una legge sul salario minimo depotenzi il ruolo dei contratti, sostituendoli. In parole molto semplici, le imprese potrebbero essere portate ad applicare il salario minimo invece che i contratti nazionali, togliendo di fatto tutele al mondo del lavoro.
«E poi, c’è il discorso della rappresentanza delle parti sociali: se al salario minimo accompagniamo un ruolo e un luogo (che per noi sono i contratti nazionali di lavoro), in cui le parti decidono come organizzare un determinato settore, allora noi ci siamo. L’abbiamo ribadito più volte, anche al ministero».
Quindi c’è la possibilità di un dibattito costruttivo con la Cgil, non una netta posizione contraria. «Sì, ma temo che il Governo non l’abbia capito. Noi abbiamo chiesto di accompagnare il salario minimo alla legge sulla rappresentanza. Facciamo un esempio: al tavolo dei rider c’erano 25 diverse rappresentanze sindacali. Sono troppe. Al tavolo si devono sedere soggetti che rappresentano davvero il lavoro. Quindi, bisogna fare una legge che certifichi chi rappresenta davvero il lavoro».
Bonini propone l’esempio di altri paesi europei, dove la legge sul salario minimo prevede un ruolo preciso per i contratti di lavoro: «penso ad esempio al Belgio. Possiamo anche aggiungere un elemento: il salario minimo può essere il minimo tabellare dei contratti di lavoro». In questo modo, si introducono nuovi diritti per il lavoratori, ma non si depotenzia il ruolo dei contratti. «E della rappresentanza», ci tiene a precisare il segretario della Cgil di Milano.