Le piccole e medie imprese italiane si contraddistinguono per l’elevata propensione alle esportazioni, elemento trainante di crescita, per loro come per per tutte le Pmi europee, per le quali ben il 37% del fatturato deriva proprio dall’Export.
A confermare questo importante trend è stata l’indagine comparativa condotta dal gruppo Seat Pagine gialle, sui dati informativi dei propri database, sui risultati di un sondaggio online e sulle consultazioni mondiali europages del gruppo Seat.
Il mezzo di promozione preferenziale risulta essere Internet, con il 58% delle imprese ad farne uso, il 95% delle quali si promuove sul proprio sito.
Le aziende che vendono prodotti e servizi all’estero sono circa il 65%, con un incidenza maggiore, tuttavia, fra le piccole imprese (con un numero di dipendenti tra i50 e i 200): ben il 74%.
I settori chiave sono principalmente: costruzioni e industria metalmeccanica (87%), manifatturiero (82%), tessile (72%) e agroalimentare (69%). A pari merito con il 66%, seguono poi il settore del commercio all’ingrosso e quello della distribuzione.
Più della metà delle Pmi intervistate (56%) prevede per il prossimo anno di aumentare la propria quota di fatturato derivante dall’export.
Più intensi gli scambi nella Ue, in particolare tra Germania, Francia, Italia e Spagna. Le Pmi nostrane sembrano essere tra le più propense ad esportare nei paesi dell’Unione allargata, con una percentuale del 51%, insieme alle imprese tedesche, con il 59%.
Ben il 35% delle aziende comunitarie dichiara di importare dall’Italia. Le nostre Pmi hanno inoltre dichiarato di voler aumentare l’export verso paesi emergenti come Brasile, Russia, India e Cina.