Viene accolto l’appello del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti che chiedeva una proroga, senza applicazione di interessi, al 30 settembre per i versamenti risultanti dalle dichiarazioni dei redditi 2019, relative all’anno di imposta 2018 per i soggetti a cui si applicano i nuovi studi di settore, gli ISA (indici sintetici di affidabilità).
Resta confermata la scadenza del 30 giugno per i contribuenti non interessati dagli ISA (ex Studi di Settore). Non è chiaro cosa accade ai soggetti esclusi per vari motivi, ad esempio minimi o forfetari.
Emendamento al Decreto Crescita
Inizialmente la proroga rispetto all’iniziale scadenza del 30 giugno era stata concessa solo fino al 22 luglio, o il 21 agosto con la maggiorazione dello 0,40%, poiché il rinvio dei termini era stato inserito in un Dpcm che non poteva slittarli oltre 20 giorni.
Ora, invece, con un emendamento al Decreto Crescita, la proroga è stata ampliata fino al 30 settembre. Scadenza entro la quale i soggetti che esercitano attività economiche, per le quali sono stati approvati gli ISA, dovranno versare in blocco IRES, IVA e IRAP, con le relative rate. Gli interessati sono:
“i soggetti che esercitano attività economiche per le quali sono stati approvati gli indici sintetici di affidabilità fiscale, di cui all’art. 9-bis, del dl 50/2017”.
Niente di fatto, invece, per l’altra importante richiesta del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti di rendere l’applicazione degli ISA opzionale, almeno per quest’anno.
=> Dichiarazione Redditi: calendario scadenze
L’emendamento di Giulio Centemero e Raphel Raduzzi, relatori al Decreto Crescita, è stato presentato riveduto e corretto su iniziativa di Alberto Gusmeroli, Massimo Garavaglia e Massimo Bitonci (commercialisti ed esponenti della Lega), per poi essere approvato dalla Commissione Finanze della Camera.
Con l’approvazione della Commissione Finanze della Camera, il Decreto Crescita ha concluso il suo iter e ora prederà il via la sua conversione in legge, probabilmente con una doppia fiducia sia alla Camera e al Senato.