Cisco Motion: la rete è mobile

di Giuseppe Goglio

24 Luglio 2008 09:00

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Al centro della nuova strategia Cisco Motion un'appliance per garantire all'utente la massima flessibilità per le connessioni wireless di qualsiasi natura

Allo stesso modo con cui è possibile utilizzare programmi e strumenti su un Pc desktop, su un notebook o sui modelli più evoluti di palmari, deve essere possibile sfruttare la connessione di rete da qualsiasi dispositivo senza inutili complicazioni di configurazione e compatibilità

Questo potrebbe quello che hanno pensato dalle parti di Cisco nel momento di definire la nuova strategia Cisco Motion. In pratica, una nuova visione dell’architettura di rete incentrata su un’appliance (3300 Series Mobility Services Engine) e capace di liberare l’utente finale dalle noiose incombenze di impostazione e gestione dell’infrastruttura. "Quando parliamo di mobilità oggi si intende principalmente la necessità di dialogare e scambiarsi dati – esordisce Isabelle Poncet, Business Development Manager Wireless & Mobility di Cisco -. E, se guardiamo all’Italia ci troviamo davanti a una situazione dove la popolazione lavorativa con esigenze di mobilità è piuttosto ampia. Su 11 milioni di lavoratori mobili infatti, almeno quattro sono quasi sempre mobili, anche all’interno dell’edifico".

La prima conseguenza di tale considerazione è la necessità non solo di scambio dati, ma anche e soprattutto di collaborazione e comunicazione. Secondo IDC, i telelavoratori italiani sono il 7%, la metà dei quali prettamente mobili. Di questi, il 27% non opera dall’ufficio, e i due terzi sono i cosiddetti ‘lavoratori di field’. In sintesi, quattro milioni di utenti con esigenze di mobilità ad alto livello. E non si tratta solo di manager.

La Rete al centro delle strategie

Di conseguenza, i sistemi informatici chiamati a gestire queste tematiche devono considerare non solo come posizionare un accesss point ma elaborare una vera e propria strategia: "La pervasività porta a rendere il problema più strategico – spiega Isabelle Poncet -. Il nostro concetto di mobilità è quello capace di garantire all’utente di qualsiasi realtà aziendale di poter essere connesso in massima libertà attraverso qualsiasi dispositivo per accedere a tecnologia, informazioni, oggetti e persone".

Rivendicando l’analisi del problema già da diversi anni, ora per la società di San Josè è il momento di presentare le prime conclusioni e segnare una svolta nel settore della comunicazione aziendale, attraverso una strategia che si basa su tre momenti fondamentali. "Prima di tutto, incorporare nuove tecnologie e tipologie di servizi nella Rete, come è già stato fatto per telefonia mobile, sicurezza, roaming, localizzazione. Quindi, mirare a un’interoperabilità tra utenti applicazioni e dispositivi e reti, per il quale abbiamo anche un programma di certificazione di conformità dei dispositivi a difesa dell’infrastruttura. Infine, migliorare l’esperienza di mobilità dove la Rete è la piattaforma in grado di farlo, quello che chiamiamo network as a platform, e portare sul network le funzionalità al fine di semplificare la gestione".

Always on, a prescindere dalla rete

In sintesi, Cisco Motion ambisce a ridefinire la visione attuale di mobilità aziendale, in qualità di prima architettura di mobility capace di affrontare la sfida di garantire all’utente un accesso always on dal punto di vista di comunicazione e informazione, cercando di semplificare l’approccio alla mobilità dei sistemi IT. "Per noi il wireless è sempre stato un componente che interagiva con la rete cablata. Ora però andiamo oltre, perché cerchiamo di unificare le reti e consentiamo l’accesso alle applicazioni da parte di dispositivi anche in presenza di reti eterogenee. E si tratta di un accesso sicuro e controllato anche per quanto riguarda la proliferazione dei dispositivi".

Si parla quindi di un nuovo concetto di collaborazione che si appoggia a un’architettura capace di consentire la selezione del pezzo giusto al momento giusto.

In prospettiva futura inoltre, Cisco punta all’apertura verso sviluppi applicativi esterni, attraverso un passaggio significativo, soprattutto in considerazione degli usi della società: "Mettiamo a disposizione le API che permettono ai clienti sia di adottare applicazioni esistenti, oppure di sviluppare applicazioni ad hoc integrate perfettamente. In questo modo puntiamo a portare sulla Rete funzionalità di tipo applicativo per semplificare la parte di applicazioni che sta sopra.

Tutte le reti in un appliance e quattro software

Dal punto di vista pratico, la proposta è racchiusa in un appliance il quale, partendo dai device, definisce un’architettura a più livelli. Un primo livello di controllo preleva le informazioni dai dispositivi che accedono con modalità proprie alla rete. Una volta intuito cosa è collegato, l’apparato si connette alla Rete guidato dall’appliance. La piattaforma è quindi in grado di capire la modalità di interfaccia della periferica e di conseguenza elabora le informazioni e le aggrega in funzione dello scopo previsto dal software. Infine, espone le informazioni in formato leggibile, rese disponibili attraverso le API.

Figura 1: Cisco 3300 Series Mobility Services Engine

Cisco 3300 Series Mobility Services Engine

Per le esigenze più comuni, e per l’utilizzo immediato dell’appliance, i moduli software pensati da Cisco sono al momento quattro.

Il primo, già disponibile, è Context-Aware Software: consente di catturare le informazioni in ambito RFID. A questo si affiancherà a breve Mobile Intelligent Roaming, per portare sulla rete la funzionalità di passaggio trasparente da una tipologia di connessione all’altra in ambito di voce.

Adaptive Wireless Intrusion Prevention Systems invece, è concepito per prevenire le intrusioni e integrare sulla rete wi-fi la possibilità di individuare minacce e risolverle. Attraverso un analisi dello spettro della rete stessa e sfruttando la correlazione degli eventi, sarà in grado di risolvere problemi e disattivare un access point indesiderato.

Secure Client Manager infine, affronta la capacità di gestire i client. "La proliferazione di dispositivi va controllata altrimenti si rischia sempre di più – conclude Isabelle Poncet -. Oltre a dover gestire la connettività e la sicurezza del wi-fi è necessario poter gestire, capire e far fuori i dispositivi non riconosciuti".