Adottare in azienda programmi formativi è strategico per mantenere i dipendenti aggiornati, valorizzarne il ruolo, aumentandone la soddisfazione.
Per definire un percorso avvero efficace, può essere utile affidarsi alle evidenze della Neuroeducation (che studia il modo in cui il cervello apprende) e della Neuroplasticity (che ne evidenzia le evoluzioni e le conseguenze sulla mentalità). Anche le emozioni hanno potere nell’influenzare l’apprendimento. Se durante i primi momenti di un percorso di formazione si sono provate sensazioni piacevoli allora tutto il percorso verrà affrontato con uno stato d’animo positivo, portando ad un apprendimento migliore.
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Basandosi su questi dati, il percorso formativo può essere diviso in varie fasi.
- La prima è la fase della motivazione, durante la quale si innescano processi di curiosità e di possibile gratifica. In questo caso bisogna evitare qualsiasi tipo di stress, facendo sentire a suo agio il lavoratore.
- Si passa poi alla fase dell’attenzione, in cui si presenta il progetto e si interessano i partecipanti, spiegando nel dettaglio cosa si farà durante il corso.
- La fase di apprendimento è quella più impegnativa, richiede attenzione e sforzo, così come quella successiva, della memorizzazione, in cui si ripassano i concetti base e si punta a ripeterli per farli propri.
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Successivamente, nella fase dell’applicazione, si mettono in pratica questi concetti, toccandone con mano l’utilità e sviluppando il lato pratico.
Infine la ripetizione presuppone che il concetto sia diventato proprio, che si sappia riproporre e che si possa approfondire ulteriormente. Sono diverse fasi che permettono un apprendimento concreto e durevole, capace di avere un impatto positivo sui lavoratori.