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Contributi INPS omessi: quando scadono e quando si prescrivono

di Anna Fabi

Pubblicato 3 Maggio 2024
Aggiornato 24 Ottobre 2024 07:03

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La prescrizione dei contributi INPS omessi non è interrotta dall’accertamento fiscale ma solo sospesa: la decorrenza parte dalla produzione del reddito.

La prescrizione sui contributi INPS omessi non si interrompe in caso di accertamento del Fisco: il momento della decorrenza da prendere come riferimento per il calcolo dei tempi di prescrizione è infatti quello in cui era previsto in origine il termine per il loro versamento.

In tema di contributi “a percentuale”, infatti, il momento costitutivo dell’obbligazione contributiva resta quello della produzione del reddito da parte del professionista o del lavoratore autonomo, a prescindere dal fatto che il reddito stesso venga comprovato solo successivamente tramite accertamento fiscale.

Vediamo come si applicano le regole sui contributi previdenziali alla luce dei documenti di prassi e delle sentenze di Cassazione su questa materia.

Prescrizione dei contributi previdenziali

Con Ordinanza n. 1824/2020,  la Cassazione ha stabilito che il termine di prescrizione delle cartelle aventi per oggetto crediti previdenziali è sempre di 5 anni.

I debiti contributivi sono infatti soggetti alla prescrizione breve (secondo l’art. 3, commi 9 e 10, della i. n. 335 del 1995) e non sono invece soggetti alla prescrizione ordinaria di 10 anni, che si applica soltanto nelle ipotesi in cui intervenga un titolo giudiziale definitivo.

=> Tributi locali: prescrizione in 5 anni

Calcolo decorrenza dei termini

La prescrizione dei contributi INPS omessi decorre, ai sensi dell’art. 3 della L. n. 335 del 1995, dal termine previsto per il loro pagamento.

Il calcolo si effettua partendo non dal momento dell’atto, eventualmente successivo, dell’accertamento dell’Agenzia delle Entrate con il quale il Fisco abbia accertato un maggior reddito (cfr.: Corte di Cassazione, sentenza n. 14410/2019).

Tale atto può avere infatti un mero effetto sospensivo e non interruttivo del termine prescrizionale.

Scadenza versamenti INPS 2024

I contributi INPS dovuti da Artigiani e Commercianti alle rispettive gestioni speciali dell’INPS, ad esempio, si pagano alle seguenti scadenze: le quattro rate sul minimale di reddito entro il 16 maggio, 20 2024 e 18 novembre 2024 e poi 17 febbraio 2025; la parte eccedente, entro i termini per la presentazione della dichiarazione dei redditi (saldo 2023, primo acconto 2024 e secondo acconto 2024).

Su questi versamenti, la decorrenza quinquennale della prescrizione da tali date.

Tutti i dettagli nella Circolare INPS.