Il mercato italiano dei sistemi di videoconferenza fa boom: nel 2007 il giro d’affari è stato pari a 252,5 milioni di dollari, con prospettive di superiori al miliardo nei prossimi quattro anni. La notizia interessante è il ruolo preminente della domanda italiana rispetto allo scenario europeo.
A confermarlo sono i dati del rapporto “European Videoconferencing Endpoints Market” di Frost & Sullivan, che evidenzia una domanda sempre più chiara ed esplicita da parte delle aziende italiane, tra le prima ad adottare tecnologie di video-comunicazione, anche nel business.
A fare da traino, una consolidata cultura della comunicazione visiva e interattiva (Skype & Co.) ormai ben radicata, la riduzione dei prezzi, i progressi tecnologici e la diffusione crescente dei sistemi HD ad alta definizione anche nei mercati.
Strumenti di collaborazione su IP “in real time” sempre più strategici – per motivi economici, di efficacia e di efficienza operativa – le applicazioni di videoconferenza web sono oggi finalizzati ad una cooperazione personalizzata e produttiva della forza lavoro remota a beneficio delle performance di business, evidenzia il rapporto.
«Il mercato italiano dimostra di possedere un grosso potenziale per la videoconferenza e ciò viste le basse barriere culturali e la grande dimestichezza del consumatore nei confronti delle tecnologie del video» ha sottolineato l’analista di Frost, Prathana Somal.
«Una cultura favorevole combinata con la presenza di molti operatori sia globali che regionali sono alla base della crescente domanda per i sistemi di videoconferenza e della sempre più crescente penetrazione nel mercato italiano».
A questo punto, però, è necessario completare la migrazione della tecnologia da sistema esterno a soluzione integrata alla piattaforma aziendale: una necessità così evidente che trascina al ribasso i prezzi delle soluzioni ancora non integrate, con conseguente boom di consumi business.A fare la differenza in futuro, quindi, saranno la qualità dei servizi, la gestibilità delle applicazioni e la competitività delle offerte.