Il pendolarismo rappresenta uno dei principali freni alla produttività e alla crescita professionale. Secondo l’edizione 2019 del Global Workplace Survey di IWG, solo in Italia, 4 lavoratori su 10 in Italia considerano gli spostamenti la parte peggiore della propria giornata lavorativa.
Eppure, cresce anche la percentuale di chi vede il pendolarismo come una pratica destinata a diventare obsoleta entro il 2030.
I risultati della ricerca sono stati diffusi in prossimità della settimana dedicata al Lavoro Agile promossa come ogni anno dal Comune di Milano (20-24 maggio).
Se è vero che durante gli spostamenti da casa al luogo di lavoro, e viceversa, la maggior parte dei pendolari prosegue il suo lavoro, è altrettanto reale che una valida alternativa a questa situazione è data dalla flessibilità negli spazi professionali. La possibilità di lavorare in modo flessibile, infatti, è diventato un elemento cruciale della contrattazione lavorativa così come una strategia per attirare i migliori talenti.
Stando ai dati della survey, ad esempio, l’86% dei rispondenti italiani privilegerebbe un’offerta di lavoro che preveda la flessibilità.
Il lavoro flessibile è ormai la normalità per 7 rispondenti italiani su 10 e aumenta il numero di aziende che introduce politiche di flessibilità degli spazi di lavoro, sebbene secondo il 73% degli intervistati un ostacolo difficile da superare è dato dalla necessità di cambiare la cultura organizzativa dell’impresa.
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Sono le stesse aziende a riconoscere alcuni benefici che derivano dalle politiche di flessibilità sul lavoro, come la possibilità di accelerare i tempi di ingresso in nuovi mercati a livello Internazionale e la riduzione delle spese di capitale e di quelle operative.
Allo stesso tempo, le imprese italiane sono meno fiduciose nell’impatto potenziale del lavoro flessibile sulla qualità forza lavoro rispetto alla media globale.