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Il futuro della produttività: Industria 4.0 tra luci e ombre

di Anna Fabi

14 Maggio 2019 14:51

Imprese italiane consapevoli e attive sul fronte Industria 4.0, ma i progetti sono ancora marginali: le nuove sfide, la formazione, indagine Boston Consulting Group.

La maggior parte delle imprese ha già in corso piani di digitalizzazione in chiave Industria 4.0, ma per lo più progetti a bassa complessità, più raro trovare imprese che coinvolgono l’intera catena del valore, compresi fornitori o clienti. I dati si rilevano dall’indagine di Boston Consulting Group e Ipsos Il futuro della produttività. Diffusione e impatto di Industria 4.0.

Il 78% delle imprese ha progetti in corso o in programmazione ma c’è comunque un 22% di aziende che dichiara di non aver ancora prevista alcuna implementazione di Industria 4.0. E soprattutto, all’interno delle imprese che stanno digitalizzando, solo il 24% promuove progetti ad alta maturità tecnologica.

Risultati più favorevoli a Industria 4.0 sul fronte del sentiment degli imprenditori, che la considerano driver di competitività nel 58% dei casi. Quasi plebiscitaria, al 98%, la percentuale di coloro che sentono come prioritario il tema della formazione, in particolare a livello manageriale.

Dagli addetti ai lavori arrivano una serie di considerazioni e di proposte per le imprese.

=> Industria 4.0: professioni, skills e trend futuri

«Nella fabbrica intelligente – osserva Jacopo Brunelli, partner e managing director di BCG e responsabile operations per Italia, Grecia, Turchia e Israele – saranno più fluide le competenze ricercate e verrà richiesta la capacità di andare oltre le tradizionali abilità tecniche del proprio ruolo. Inoltre, se lo scenario di una sostituzione completa della forza lavoro da parte dei robot sembra scongiurato perché gli automi saranno impiegati sempre più spesso per interagire con gli umani, prevediamo una ricerca nuove figure professionali con specifiche competenze che coprano aree differenti». Dunque, un percorso ineludibile, che deve passare attraverso un re-skilling.

L’uso combinato della digitalizzazione e delle nuove tecnologie rappresentano, secondo Giulio Pedrollo, è «l’unica possibilità per le nostre imprese di mantenere competitività a costi e cuneo fiscale attuali, puntando sulle opportunità messe a disposizione dall’implementazione della robotica e dall’analisi dei big data» La prima sfida è l’adeguata formazione delle risorse umane già impiegate e la creazione di nuovi profili».