I Comuni italiani che applicano la tassa di soggiorno o di sbarco sono complessivamente 1.020, una cifra in grado di generare nel 2019 un gettito complessivo destinato superare i 600 milioni di euro. Sono dati resi noti dal presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, nel corso della relazione di apertura della 69a assemblea generale della federazione.
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Una tassa, secondo Bocca, introdotta quasi sempre senza fissare la destinazione del gettito e senza rendere conto del suo effettivo utilizzo.
In realtà è una tassa sul turismo, il cui unico fine sembra essere quello di tappare i buchi dei bilanci comunali.
Comuni più “costosi”
Secondo quanto rilevato dalla settima edizione dell’indagine sull’imposta, realizzata dal Centro studi di Federalberghi con la collaborazione di NMTC, i 1.020 Comuni sono distribuiti per il 26% nel Nord Ovest, il 41,2% nel Nord Est, il 15,5% nel Centro e il 17,3% nel Mezzogiorno.
Analizzando il gettito dell’imposta di soggiorno nelle città del territorio, la top ten è costituita da:
- Roma, 130milioni di euro;
- Milano, 45.427.786 euro;
- Firenze, 33.140.290 euro;
- Venezia, 31.743.790 euro;
- Rimini, 7.640.908 euro;
- Napoli, 7.553.695 euro;
- Torino, 6.738.424 euro;
- Bologna, 6.046.700 euro;
- Riccione, 3.388.348 euro;
- Verona, 3.213.122 euro.
Mappa nazionale
Dal punto di vista regionale, è il Lazio a guidare la classifica con quasi 135 milioni di euro, seguito da Venero, Lombardia, Toscana.