Avendo svolto attività gravosa dovevo andare in pensione, secondo la legge Fornero, il I° Marzo 2019. Dopo il cosiddetto “Decretone”, però, secondo l’INPS andrò in pensione dal 23 Maggio. Esistono margini per eventuali ricorsi?
La sua è una domanda interessante, perché tocca un punto particolarmente dibattuto del decreto di Riforma Pensioni.
Per i lavoratori addetti a mansioni gravose, i cinque mesi di adeguamento alle aspettative di vita sono stati aboliti dalla manovra 2018 (comma 147 legge 205/2017), sia nel caso di pensione di vecchiaia sia per la pensione anticipata.
Nè sono stati reintrodotti dal nuovo decreto: quindi lei ha maturato il diritto a pensione il primo marzo (se a quella data aveva i 42 anni e dieci mesi previsti).
Tuttavia, il provvedimento ha istituito una nuova finestra di tre mesi fra la maturazione del diritto e la decorrenza della pensione.
Forse l’INPS ha conteggiato questi tre mesi in applicazione dell’articolo 14 del decreto (ma ovviamente deve chiederne conferma).
Detto questo, esiste a mio avviso un problema di chiarezza, perché mi pare manchi una norma di interpretazione autentica che riguardi i gravosi. Il decreto ha da una parte tolto per tutte le pensioni anticipate lo scatto 2019 di cinque mesi, dall’altra introdotto la finestra trimestrale. L’INPS evidentemente applica la nuova regola a tutte le pensioni anticipate.
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L’interpretazione INPS in effetti è ammissibile: non essendoci specifiche indicazioni nella legge, coordinando le due disposizioni in teoria non si configura un’esclusione per gli addetti a mansioni gravose dalla nuova finestra (anche se la ratio della norma potrebbe suggerire diversamente).
Sui margini per eventuali ricorsi quindi non mi pronuncio, dovrebbe rivolgersi a un legale. Ma direi che la cosa più utile sarebbe interpellare l’INPS e sollecitare una disposizione di interpretazione autentica che chiarisse la questione.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz