Coniato ai tempi d’oro di Hollywood, il termine Elevator Pitch, (presentazione di un progetto per la durata di una corsa in ascensore) è entrata a far parte del linguaggio aziendale. Se però agli sceneggiatori bastava esporre le proprie storie ai produttori tra un piano e l’altro, oggi la necessità di essere concisi non deve essere presa troppo alla lettera. L’Elevator Pitch presuppone infatti sintesi ma il rischio è di offrire un discorso asettico, che non tenga conto delle peculiarità del momento.
Ecco i consigli pratici per un pitch di successo.
Elevator pitch: come funziona
Nella presentazione bisogna sempre includere dati oggettivi e puntare al valore di quello che si sta offrendo. Un discorso, soprattutto se breve, deve inoltre coinvolgere e trasmettere valori / comunicare obiettivi. L’Elevator Pitch rischia infatti di far dimenticare l’identità dell’interlocutore, mentre è fondamentale valutare l’ascoltatore e invitarlo ad esprimersi a sua volta. Permettere all’interlocutore di esprimere eventuali dubbi pone le basi di una relazione ed incentiva uno scambio proficuo. È arrivato il momento di puntare alla qualità delle relazioni, senza utilizzare modelli preconfezionati, leggendo quel che ci circonda e agendo di conseguenza.
=> 5 consigli per una presentazione vincente
Cosa contiene un elevator pitch
Prima di concedere un investimento, il soggetto finanziatore – in genere un Business Angel – valuta il progetto a partire dal suo pitch. Il documento trasmette l’idea di business evidenziandone i vantaggi e le strategie. Un buon pitch deve contenere:
- idea di business: descrizione del progetto e del mercato di riferimento;
- team: presentazione della squadra;
- strategia di sviluppo con metodologie supportate da numeri e stime;
- profittabilità: previsioni sul ritorno economico-finanziario.