Il riscatto laurea agevolato si può utilizzare anche se ci sono contributi versati prima del 1996, l’importante è che gli anni del corso di studi siano successivi (e che quindi rientrino nel sistema contributivo). E gli oneri di riscatto versati sono deducibili dal reddito: nel caso in cui riguardino una persone fiscalmente a carico, si applica invece la detrazione al 19%.
Sono le regole per esercitare il riscatto laurea previsto dal decreto pensioni e reddito di cittadinanza (dl 4/2019) che, dopo l’approvazione della Camera, è tornato al Senato per il via libera definitivo (in aula a Palazzo Madama il 26 marzo), con testo blindato da voto di fiducia e quindi da considerarsi definitivo (approvazione entro il 29 marzo).
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Si tratta di uno dei punti del provvedimento sul quale sono intervenute modifiche nel corso del passaggio parlamentare: in particolare, è stato eliminato il paletto dei 45 anni di età. Dunque, nella formulazione definitiva (comma 5 quater dell’articolo 2 del dlgs 184/1997), si consente il riscatto «dei periodi da valutare con il sistema contributivo», pagando «un contributo, per ogni anno da riscattare, pari al livello minimo imponibile annuo di cui all’articolo 1, comma 3, della legge 2 agosto 1990, n. 233, moltiplicato per l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche dell’assicurazione generale obbligatoria per i lavoratori dipendenti, vigenti alla data di presentazione della domanda».
Significa che si paga l’onere minimo previsto per coloro che non hanno un’occupazione, che è intorno ai 5.241 euro annui (ma si possono riscattare anche settimane).
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Come detto, il periodo da riscattare deve rientrare nel calcolo contributivo della pensione, quindi deve essere successivo al 31 dicembre 1995. In parole semplici, il riscatto agevolato previsto dal decreto deve necessariamente riguardare periodi di studio successivi al 1995.
Attenzione: questo non significa che il lavoratore non possa aver lavorato anche in periodi precedenti, versando i relativi contributi. L’importante è che siano successivi al 1995 gli anni del corso di studi che si riscattano.
Ricordiamo naturalmente che valgono tutte le normali regole del riscatto laurea, che si può utilizzare esclusivamente se il corso di studi è stato portato a termine. E che prevede agevolazioni fiscali. L’onere di riscatto è infatti deducibile dal reddito (comma 5-bis dello stesso articolo 2 dlgs 184/1997) oppure, nel caso in cui l’interessato sia fiscalmente a carico, detraibile al 19%. Quindi:
- se il lavoratore che riscatta periodi degli anni di laurea presenta una sua dichiarazione dei redditi, applicherà la deduzione.
- Se rientra come soggetto fiscalmente a carico nella dichiarazione di un altro contribuente, quest’ultimo potrà applicare la detrazione al 19% sull’importo del riscatto laurea.