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Banche e risparmiatori: i criteri per il rimborso

di Anna Fabi

Pubblicato 26 Marzo 2019
Aggiornato 12 Gennaio 2022 11:08

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Banche saltate e risparmiatori: chi ha diritto ai rimborsi dallo Stato, i tempi di attuazione e l'opposizione dell'UE all'automatismo del rimborso.

Con la Legge di Bilancio 2019 sono arrivate anche alcune novità in tema di tutela dei risparmiatori titolari di azioni e di obbligazioni subordinate delle banche saltate da Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti, CariFerrara, Popolare di Vicenza, Veneto Banca, più qualche piccola Bcc. Si tratta in particolare della possibilità per questi risparmiatori di chiedere il rimborso per ragioni di “urgenza sociale”, attingendo agli 1,5 miliardi di euro dei fondi dormienti. Il provvedimento ha previsto uno stanziamento di 525 milioni di euro l’anno per il triennio 2019-2021.

Chi avrà diritto al rimborso

Secondo le stime sono ben 300mila gli azionisti potenzialmente interessati a questo risarcimento, anche se il sottosegretario all’Economia, Alessio Villarosa, ha dichiarato che gli aventi diritto potrebbero scendere a 200 mila. A decidere chi avrà diritto al rimborso sarà una Commissione di nove esperti istituita presso il Ministero dell’Economia e non, come avvenuto finora, l’arbitro presso la Consob (Acf).

Nella bozza del decreto si prevede l’indennizzo del 30% per gli azionisti e del 95% per gli obbligazionisti subordinati (al netto di interessi e cedole e risarcimenti già incassati), fino a 100 mila euro di investimento, con corsia preferenziale per chi ha un ISEE sotto i 35 mila euro. Il rimborso viene concesso alle persone fisiche, alle onlus e alle microimprese fino a 10 dipendenti e 2 milioni di fatturato, mentre restano esclusi dalla misura le altre persone giuridiche e gli investitori professionali.

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L’opposizione dell’UE

Allo stato attuale la misura non è ancora applicabile perché mancano i due decreti attuativi necessari per definire da una parte dettagli come data di inizio del diritto a ottenere il risarcimento, criteri di aggiudicazione, durata del possesso del titolo, dall’altra i requisiti della Commissione dei nove esperti e i criteri di nomina. Il secondo decreto deve invece essere emanato entro 45 giorni dal primo.

Da circa due mesi esiste una bozza che però nono è stata ancora pubblicata dal Ministero del Tesoro. A frenare l’avvio della misura vi sarebbe l’Unione Europe, in quanto la Commissione UE sarebbe contraria alla concessione automatica di rimborsi a tutti gli azionisti: anche se si tratta di piccoli risparmiatori, gli azionisti avrebbero comunque assunto un rischio di impresa, quindi questa iniziativa che violerebbe il principio europeo del divieto di aiuti di Stato. L’UE non è contraria alla misura, ma si oppone all’automatismo della stessa, chiedendo che venga effettuato un accertamento caso per caso. In realtà la Commissione preferirebbe, se fosse possibile, che le banche responsabili fossero le prime a risarcire i risparmiatori ai quali sono stati venduti questi titoli. Anche sul secondo decreto vi sarebbero perplessità che ne frenano l’emanazione, in particolare sulla terzietà degli esperti: l’UE chiede che siano indipendenti.

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Di Maio e Salvini contro Tria

In merito il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha attaccato il ministro dell’Economia, Giovanni Tria:

Sono certo che entro questa settimana, Europa sì o Europa no, il MEF firmerà i decreti. Non possiamo sempre aspettare le letterine dall’Europa.

Della stessa opinione Luigi Di Maio, vicepremier e ministro dello sviluppo economico e del lavoro, che ha a sua volta attaccato Tria:

Qui non basta che il MEF firmi subito il decreto per rimborsare i risparmiatori truffati dalle banche. Qui bisogna anche fare chiarezza su come quelle povere famiglie sono state truffate. Il rimborso deve arrivare subito, questo non va messo nemmeno in discussione. Lo dico forte e chiaro: su questo punto non accetteremo compromessi. Invito il MEF a firmare subito il decreto e su tutto il resto mettiamoci al lavoro. Con responsabilità e senso dello Stato, mettendo da parte le parole. E arrivando ai fatti.