Nel 2019, oltre 100mila giovani troveranno impiego grazie alla quota 100: è la stima dei Consulenti del Lavoro, basata sul tasso di sostituzione dei lavoratori che quest’anno andranno in pensione con la quota 100.
Ipotizzando 314mila uscite nel corso dell’anno (stime Ufficio Parlamentare di Bilancio) ed applicando un tasso di sostituzione del 37%, si arriva a 116.180 assunzioni. In pratica, un nuovo assunto ogni tre neo-pensionati. Di cui oltre 90mila nelle imprese private.
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L’UPB prevede che nel 2019 andranno in pensione circa 63mila autonomi, 94mila dipendenti della pubblica amministrazione e 157mila lavoratori del settore privato. I dati si basano sulla percentuale storica del turnover relativa a uscite per pensionamenti e assunzioni a tempo indeterminato (anche di apprendisti). Il risultato è il seguente: oltre 12mila assunzioni nella pubblica amministrazione, circa 9mila fra gli autonomi (legate per lo più al passaggio generazionale), 94mila nel settore privato.
Ecco nel dettaglio le stime.
Settore | Pensionamenti quota 100 | Tasso di sostituzione | Assunzioni |
Autonomi | 62mila 800 | 20% | 12mila 560 |
Pubblica amministrazione | 94mila 200 | 10% | 9mila 420 |
Settore privato | 157mila | 60% | 94mila 200 |
Totale | 314mila | 37% | 116mila 180 |
Come si vede, si tratta di tre comparti occupazionali con capacità di riorganizzazione molto differenti fra di loro.
Nel privato il turnover è il più alto (60%), con un numero così, alto di uscite 2019 che potrebbe comportare addirittura difficoltà nella copertura di posizioni lavorative.
Per quanto riguarda i settori, il 30% delle uscite con Quota 100 riguarda pensioni nel manifatturiero, l’11% nel commercio e l’8% nel settore trasporti e magazzinaggio.
La divisione geografica: quasi due prepensionamenti su tre interesseranno aziende del Nord Italia (36,6% nord-est e 26,5% nord-ovest), ai quali si aggiungerà un 20,6% di prepensionamenti nelle regioni del centro Italia.
Nel frattempo, le domande di pensione quota 100 all’INPS hanno superato quota 100mila. Oltre 70mila riguardano lavoratori dipendenti, del pubblico e del privato, circa 17mila artigiani e commercianti, quasi 2mila coltivatori diretti.