Dei gruppi di lavoro senza project manager se ne sente parlare da anni ma senza che il modello trovi terreno fertile in azienda. Considerato a torto un metodo di lavorare rischioso e disordinato, richiede soltanto un utilizzo accorto di regole condivise.
- Si formano i team con i rispettivi obiettivi
- ad ogni componente viene assegnato un ruolo in base alle competenze
- si stabiliscono regole e responsabilità rispetto agli strumenti condivisi
- si pianifica il lavoro
- si avvia il progetto, coinvolgendo eventuali membri esterni
Dando il via al progetto si aggiusta il tiro e si controllano le proprie prestazioni per migliorare i processi. In caso di conflitti interni ogni membro del team è chiamato a dare il suo parere e contribuire in maniera attiva per risolverlo.
Sia prima dell’inizio del progetto che durante il suo svolgimento le squadre devono avere chiari gli obiettivi e aver valutato tutti i costi. In alcuni casi è necessario introdurre nuovi membri in corso d’opera. In questo caso si decide insieme di quale risorsa si ha necessità.
I vantaggi di una struttura del genere stanno nel poter decidere come muoversi in maniera autogestita e quindi secondo le reali necessità e non secondo decisioni prese dall’alto. Ogni membro è responsabile di quanto accade e ha un ruolo attivo che lo rende parte indispensabile del tutto.