Le innovazioni digitali che permettono di accedere ai servizi della PA da pc e smartphone non sembrano rendere del tutto efficienti gli uffici pubblici. Continuano ad esser lente le file agli sportelli della Pubblica Amministrazione, sia per i cittadini sia per le imprese e per i lavoratori autonomi.
Secondo l’elaborazione eseguita dall’Ufficio studi della CGIA su dati Istat, la velocità di risposta di alcuni front office è molto limitata, soprattutto nelle regioni del Centro Sud. A pagare il conto di queste inefficienze – afferma il coordinatore dell’Ufficio Studi, Paolo Zabeo – non sono solo i cittadini ma anche molti microimprenditori.
Pertanto, quando un autonomo si deve recare presso un ufficio pubblico, che spesso è aperto solo al mattino, è costretto ad abbassare la saracinesca della propria attività e a mettersi in fila.
Per quanto riguarda le imprese, soprattutto di piccole dimensioni, un report stilato dalla CGIA su dati della Banca Mondiale (Doing Business 2019) sottolinea come in Italia siano necessari 228 giorni per ottenere tutti i permessi/certificati/pratiche necessari per costruire un fabbricato ad uso produttivo.
Per pagare le tasse, invece, gli imprenditori della Penisola impiegano 238 ore, quindi quasi un mese di lavoro, contro una media relativa all’Area Euro pari a 147 ore all’anno.
Va ancora peggio per le aziende che si rivolgono al tribunale per ottenere la risoluzione di una disputa commerciale: il Tribunale di Roma impiega 1120 giorni per definire la controversia, contro una media relativa ai tribunali delle capitali europee pari a 661 giorni.