Tutelare i lavoratori che operano attraverso piattaforme web e regolamentare la loro posizione contributiva in modo semplificato: questo il contenuto del documento stilato dalla UILTuCS, sigla sindacale che raggruppa i lavoratori del turismo, commercio e servizi.
=> Gig Economy: primo sportello in Italia
Il fenomeno della Gig Economy, cioè dei lavori on demand su piattaforme digitali, in Italia si sta pian piano affermando senza dubbio. Riguarda sia i fattorini delle consegne a domicilio, sia i lavoratori che svolgono la propria attività lavorativa tramite le piattaforme digitali in altri contesti – anche delle forme più disparate – tipo lo sviluppo web, il web design, il lavoro domestico, il retail, la ristorazione, la creazione e la moderazione di contenuti digitali, giusto per citarne alcuni.
La proposta si caratterizza per l’introduzione di specifiche regole e tutele che riguardano tutti i lavoratori della Gig Economy, illustrando anche alcune possibilità volte a favorire la gestione degli aspetti previdenziali e assistenziali in modo efficace: a tal proposito, nel testo si parla di un fondo di protezione sociale che convoglierebbe i contributi previdenziali, la cui gestione potrebbe avvenire attraverso lo SPID individuale e l’interazione dell’account con i servizi online dell’Inps, dell’Inail e degli altri enti di competenza.
Il documento, che è stato condiviso con la segreteria confederale Uil presente al tavolo del Ministero per lo Sviluppo Economico, analizza anche altri aspetti legati al lavoro gestito attraverso le piattaforme digitali che in alcuni casi rientra a pieno titolo nella categoria del lavoro subordinato: in questo caso, secondo la proposta, è importante definire nella contrattazione collettiva un compenso minimo, un monte ore minimo garantito, regole di tutela di salute e sicurezza sul lavoro, tutela della privacy e dell’attività lavorativa.