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Manovra 2019, fiducia senza esame

di Barbara Weisz

Pubblicato 21 Dicembre 2018
Aggiornato 23 Dicembre 2018 17:53

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Legge di Bilancio verso approvazione definitiva, con fiducia in Senato e senza discussione delle misure: le ultime tappe di una manovra all'insegna delle anomalie.

Gli ultimi passaggi parlamentari della manovra 2019 sono caratterizzati da un dibattito particolarmente acceso, che non riguarda più i contenuti della Legge di Bilancio, ma il suo iter. Proteste in commissione Bilancio e in Aula al Senato per la mancata discussione della legge di stabilità. Che dopo l’approvazione nel fine settimana a Palazzo Madama, ritorna a Montecitorio per l’approvazione definitiva.

La tabella di marcia

Il Governo ha predisposto un maxi-emendamento che contiene tutti i correttivi decisi in base all’accordo con la commissione europea, annunciando il voto di fiducia.  Nella notte fra sabato 22 e domenica 23 dicembre l’approvazione del Senato.  Ora il testo deve nuovamente essere approvato dalla Camera, dove è previsto che arrivi tra il 28 e 29 dicembre. Non si esclude che i lavori si protraggano fino al 31 dicembre, ultimo giorno utile per approvare la manovra.

Niente discussione

Dunque, ci sono due fatti inediti: l’approvazione nel corso della pausa per le festività natalizie e, soprattutto, la mancata discussione della legge in Senato. Su questo si concentra la stragrande maggioranza delle critiche, che hanno dato vita anche in Aula a una discussione molto accesa.

«Non avete il senso delle istituzioni»

Così ha tuonato la senatrice Emma Bonino, rivolta evidentemente ai banchi del Governo, nel corso di un accalorato intervento. In commissione Bilancio al Senato, dure proteste anche da parte del Pd e di Leu (Liberi e uguali). Il clima è tutt’ora più che acceso ne, con il testo del maxiemendamento ancora una volta modificato.

In tutti i casi, il nodo è sempre lo stesso: i numeri iniziali del Ddl Bilancio, e la conseguente trattativa con l’Europa per non subire una procedura d’infrazione, hanno totalmente vanificato il passaggio della manovra in Senato, che non è stata discussa né in Commissione né in Aula. Se, infatti, è relativamente normale che il passaggio in Aula preveda la presentazione di un maxi-emendamento da parte del Governo, con il voto di fiducia, non è mai successo che il testo non venisse esaminato dalla Commissione. In genere, anzi, il pacchetto di emendamenti è il frutto dei lavori della Commissione stessa, a cui si aggiungono gli emendamenti dell’Esecutivo.

In questo caso, la necessità di ridurre il deficit/PIL ha portato ad un cambiamento della manovra, almeno in termini di risorse. E’ quindi un testo deciso dal Governo, che in Parlamento viene votato attraverso la fiducia, quindi senza dibattito.

Novità

Per quanto riguarda i contenuti, come noto la principale novità è che il deficit/PIL scende al 2,04% mentre le previsioni di crescita 2019 si fermano all’1%. Vengono poi sottratte alcune risorse alle misure fondamentali, ovvero reddito di cittadinanza e pensioni. E questa è la terza anomalia di questa Legge di Bilancio: le misure più importanti non fanno parte del testo. In manovra ci sono solo le relative previsioni di spesa, mentre i provvedimenti attuativi saranno contenuti in separati decreti legge, previsti per gennaio. In ogni caso, sembra molto probabile che sia il reddito di cittadinanza sia la quota 100 partiranno in aprile.

Fra le altre novità della’ultima ora ricordiamo: la rivalutazione solo parziale delle pensioni, l’introduzione della web tax, l’abrogazione della mini IRES (al 15% invece che al 24%) per gli enti non commerciali.

Entrerebbe nel maxi-emendamento anche il saldo e stralcio delle cartelle 2000-2017 per chi è in difficoltà economica e rientra in determinate soglie ISEE. I debiti potranno essere sanati versando

  • il 16% con ISEE entro 8.500 euro,
  • il 20% con ISEE fino a 12.500 euro
  • 35% con ISEE tra 12.500 e 20mila euro.

Restano confermate le altre misure precedentemente previste: la flat tax al 15%, che consente l’ingresso nel regime dei minimi alle Partite IVA fino a 65mila euro, la proroga degli incentivi Industria 4.0, con l’unica esclusione del super-ammortamento (quindi, riguarderà iper-ammortamento e formazione 4.0), i voucher per i manager dell’innovazione, le novità del pacchetto famiglia (con la maternità più flessibile e i cinque giorni obbligatori per i papà).