C’è l’accordo fra Roma e Bruxelles sui conti della manovra finanziaria, dunque niente procedura d’infrazione per l’Italia: l’intesa è stata trovata fissando il deficit/PIL al 2,04% (rispetto al 2,4% inizialmente stabilito) e dettagliando le misure in una missiva inviata alla Commissione UE.
La notizia, trapelata nella serata di ieri (martedì 18 dicembre), è stata ufficializzata oggi dai commmissari Ue Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici. «È una vittoria del dialogo politico che la Commissione ha preferito rispetto allo scontro. Alcuni avevano auspicato una crisi, noi invece abbiamo sempre puntato a una soluzione» ha commentato Moscovici. Ora l’esecutivo italiano è al lavoro per definire il maxi-emendamento alla Legge di Bilancio, individuando con precisione i risparmi di spesa.
=> Legge di Bilancio 2019, verso il maxi-emendamento
Le due misure su cui si concentrano i lavori sono il reddito di cittadinanza e la riforma pensioni. In entrambi i casi, ci sarebbero circa 2 miliardi in meno rispetto a quanto inizialmente previsto, rispettivamente 7,1 miliardi di euro e 4,7 miliardi.
Bisogna attendere i testi per capire come verranno modulate le due misure. Tendenzialmente, sul reddito di cittadinanza la maggioranza dei risparmi dovrebbero arrivare dalla partenza ritardata (marzo o aprile 2019), mentre per quanto riguarda la quota 100 (la misura principale di riforma pensioni che viene introdotta), il Governo sta mettendo a punto paletti che limitino la platea degli aventi diritto.
I prossimi giorni risolveranno tutti i dubbi sulla manovra, che attualmente è in “discussione” al Senato. Il testo dovrebbe arrivare in aula giovedì 20 dicembre o al massimo venerdì 21. Il Governo presenterà il maxi-emendamento su quale chiedere la fiducia, con l’obiettivo di chiudere i lavori per fine settimana e consentire alla manovra di tornare alla Camera per approvazione definitiva entro Natale.