Tira vento di crisi in Europa, non solo in Italia, con la Francia che rischia di seguire la stessa strada percorsa dal nostro Paese che ha portato al braccio di ferro tra Unione e Roma sul bilancio 2019 e il Regno Unito in pieno caos Brexit.
La crisi francese
La crisi politica di Parigi e le scelte del presidente Emmanuel Macron di aumentare la spesa pubblica per finanziare nuove e generose misure di finanza pubblica, volte a placare le rivolte dei cittadini, stanno infatti mettendo in dubbio anche i conti pubblici francesi da parte della Commissione Europea. Si tratta di misure che potrebbero portare il deficit al 3,5% del PIL nel 2019.
E così, al pari dell’Italia, La Francia è a rischio di di una nuova procedura per disavanzo eccessivo e come, sta facendo il nostro Paese, dovrà negoziare per evitarla. A differenza dell’Italia, tuttavia, le misure annunciate dal Governo francese riguardano una misura di riforma una tantum, legata all’abolizione del CICE (il credito d’imposta per la competitività e l’occupazione).
La crisi inglese
A Londra Theresa May ha deciso di rinviare il voto sull’accordo di Brexit e di provare ad ottenere nuove concessioni dagli ex partner europei. Dura tuttavia la risposta di Bruxelles arrivata con un Twit del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker:
Non vi è spazio per ulteriori negoziati, ma nuove chiarificazioni sono possibili.
Il braccio di ferro Italia UE
Inflessibilità mostrata dalla Commissione Europea, finora, anche per quanto riguarda l’Italia: Bruxelles è ferma sulla convinzione che il Governo Conte debba garantire nel 2019 una correzione strutturale del deficit italiano. In audizione presso la Commissione problemi economici e monetari del Parlamento europeo, sul caso Italia, il vicepresidente della Commissione, Vladis Dombrovskis, è intervenuto sottolineando che il 3% di deficit/PIL non è un target, è un limite da non superare.
Intanto il dialogo tra Italia e Bruxelles prosegue e il commissario europeo agli affari economici, Pierre Moscovici, a margine di un’audizione al Parlamento europeo, ha dichiarato:
Bisogna lavorare per trovare il modo di consentire al Governo italiano di perseguire le sue priorità politiche ma nel quadro della zona euro, tenendo conto dei margini di manovra che esistono e delle deviazioni che possono essere autorizzate, ma non più di questo. Possiamo certamente giocare su tutte le flessibilità, e ce ne sono molte nel Patto di Stabilità e crescita ma non possiamo andargli contro.
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La Commissione ha dato prova di flessibilità riconoscendo deviazioni per investimenti, condizioni del ciclo economico, catastrofi naturali, sicurezza per un totale di 30 miliardi, però non possiamo ignorare le regole del Patto di stabilità siamo lì per farle rispettare, non si può derogare dal sistema di regole su cui si fonda la UE, i patti vanno rispettati.
Dunque, aggiunge Moscovici:
Il dialogo con l’Italia continua ma che nello stesso tempo continuiamo a preparare la procedura per violazione della regola del debito da parte dell’Italia.Il problema principale dell’Italia è l’alto livello di debito pubblico, un bilancio che sfocia in altro indebitamento impoverisce e non porta alla crescita, e sono queste le domande che abbiamo rimbalzato all’Italia. Non sono qui per dare una cifra magica, ma sono convinto che ci sia la possibilità di trovare una soluzione che non privi l’Italia di fare le sue scelte ma che le combini con il rispetto del Patto di Stabilità.
Evidenziando che in Italia c’è un peggioramento in termini strutturali dello 0,8% del PIL secondo gli stessi dati del Governo, invece di un aggiustamento richiesto pari allo 0,6% del PIL, anche Dombrovskis rimarca:
Speriamo che ci siano correzioni sostanziali alla Legge di Bilancio da parte dell’Italia, in assenza di questo siamo pronti ai prossimi passi procedurali.
Una posizione piuttosto rigida quella di Bruxelles che, a fronte di quello che sta avvenendo negli altri Paesi del Sud Europa, Francia e Gran Bretagna in primis, forse sarà costretta a rivedere e ammorbidire.