L’equilibrio tra corpo e psiche incide positivamente su vita privata e lavoro, permettendo una maggiore produttività e un più facile raggiungimento degli obiettivi. Le aziende dovrebbero essere consapevoli della necessità di promuovere una cultura del benessere, vista la ricaduta positiva sul lavoro. Secondo quanto emerge dall’ultima edizione dell’Hays Journal, i lavoratori che aderiscono ad eventuali programmi di wellness vedono aumentare la produttività e diminuire le assenze.
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Ma riuscire a convincere i lavoratori che prendersi cura di sé è importante non è così facile. Hays sottolinea infatti che le decisioni che cadono dall’alto rischiano di innervosire i dipendenti. Il passo che si può fare è proporre servizi quali sedute di yoga e massaggi, mettendoli a disposizione senza però costringere i lavoratori. In questo modo si creeranno le basi per una cultura del benessere all’interno dell’azienda. Invitare esperti a parlare dell’importanza di una sana alimentazione o proporre incentivi a chi aderisce a programmi di wellness sono altre strade possibili.
Hays fa l’esempio di IBM che offre fino a un massimo di 300 dollari l’anno a coloro che si iscrivono e portano a termine i programmi proposti, naturalmente la percentuale dei partecipanti è dell’80%. Sofia Cortesi, Finance Director di Hays spiega:
I programmi di wellness aziendale devono essere concepiti come un plus per i propri dipendenti e non possono prescindere da un’ambiente lavorativo equilibrato e sereno, dove i carichi di lavoro vengono distribuiti in maniera equa, non vi sono episodi di discriminazione e i dipendenti sono motivati e appagati. Il primo passo per il benessere dei dipendenti è la creazione di una cultura aziendale votata all’autonomia, al rispetto e alla meritocrazia.