Con un mercato del lavoro caratterizzato da estrema incertezza e discontinuità, un sistema previdenziale soggetto a continui cambiamenti, che prevedono requisiti sempre più stringenti e metodi di calcolo sempre meno premianti, investire nella previdenza complementare rappresenta una delle soluzioni alternative per garantirsi un futuro più sereno con una pensione di scorta.
Certo in tempi di alta inflazione i risparmi non abbondano, ma è anche vero che una scelta lungimirante oggi può tradursi in un utile sostegno domani.
Inoltre, la previdenza integrativa è una forma di risparmio che gode di specifiche agevolazioni fiscali: il totale dei contributi versati ai fondi pensione sono deducibili dal reddito complessivo dell’aderente per un importo annuo non superiore a 5.164,57 euro, compreso eventuale contributo del datore di lavoro e versamenti per soggetti a carico.
Pensione complementare: diritto ad anticipo e riscatto
Uno dei freni alla diffusione in Italia della pensioni complementari è sempre stata la sensazione che rappresentino un investimento troppo rigido, in realtà uno dei loro punti di forza è proprio la flessibilità.
Di fatto, se da una parte la previdenza integrativa rappresenta una forma di risparmio di lungo periodo, essendo un investimento che si effettua nel corso della vita lavorativa per coglierne i frutti al momento del pensionamento, dall’altra in caso di necessità è possibile attingere ad un anticipo della posizione accumulata nel proprio fondo pensione, anche prima del pensionamento vero e proprio.
In caso di bisogno, l’aderente alla previdenza integrativa ha anche la possibilità di riscattare la metà o l’intero capitale accumulato. Ad esempio è possibile scegliere questa opzione in caso di:
- perdita del lavoro;
- invalidità permanente che riduca la capacità lavorativa a meno di un terzo;
- prematura scomparsa dell’aderente (in questo caso la posizione maturata verrà riscattata dagli eredi o dagli altri beneficiari designati).
In fase di adesione al fondo pensione è inoltre possibile tutelarsi con delle coperture assicurative accessorie che garantiscano ad esempio una pensione integrativa reversibile o una rendita LTC (Long Term Care) a tutela della non autosufficienza.
=> Previdenza complementare: come scegliere la pensione integrativa
Come ottenere una rendita integrativa
La RITA è la rendita integrativa temporanea anticipata che consente di andare in pensione prima rispetto a quanto previsto dalla normativa vigente, nel caso in cui l’aderente sia inoccupato e gli manchino cinque anni dai requisiti per la pensione. La rendita va richiesta al proprio fondo pensione, che la erogherà per un periodo massimo di cinque anni, accompagnando l’aderente dalla richiesta fino al pensionamento.
In caso di bisogno, la RITA consente di anticipare la pensione di ben dieci anni, come requisito viene chiesto all’aderente di trovarsi nei dieci anni dal pensionamento e di essere inoccupato da almeno 24 mesi.
=> Pensione anticipata 5 o 10 anni prima: come ottenere la rendita integrativa RITA
La rendita erogata viene ricavata dal capitale accumulato nel fondo pensione e l’aderente può decidere se convertire in RITA solo una parte del capitale accumulato, lasciando così la rimanente parte residua per l’erogazione della pensione integrativa vera e propria.