Una semplificazione delle imposte sulla casa, con l’accorpamento di IMU e TASI, è stata proposta nell’ambito dell’iter parlamentare della Legge di Bilancio. E’ contenuta in un emendamento della commissione Finanze, dichiarato ammissibile, che non prevede novità sulle aliquote e sul meccanismo di applicazione dell’imposta sugli immobili. In pratica, non ci sarebbero aggravi di spesa per le casse dello Stato o per il contribuente. Il cambiamento più rilevante è rappresentato dal fatto che la TASI confluirebbe in una nuova IMU.
=> Scadenze di dicembre per IMU e TASI
Le aliquote, di fatto, restano invariate, per cui la nuova IMU potrebbe arrivare al massimo all’11,4%, mentre il tetto per la prima casa resterebbe allo 0,4%, elevabile fino allo 0,6% da parte dei Comuni. Resterebbe la discrezionalità da parte degli enti locali, che con le delibere sull’IMU possono, ad esempio, decidere di non far pagare l’imposta sull’abitazione principale.
Attenzione: attualmente la legge prevede che sulla prima casa non sia dovuta l’imposta sugli immobili, con l’unica eccezione delle abitazioni di lusso. Non è chiaro se l’emendamento lasci ai Comuni la decisione sull’applicazione della tassa alle prime case anche se non sono di lusso.
E’ poi prevista una fase di transizione, per cui nel primo semestre del 2019 si pagherebbe in base alla somma delle aliquote IMU e TASI previste per il 2018.
Attualmente, la legge prevede che si paghino l’IMU, imposta sugli immobili e la TASI, la tassa sui servizi indivisibili dei Comuni. Sulla prima casa si paga solo la TASI (abolita per le abitazioni principali a meno che non appartengano alle categorie di lusso A1, A8 e A9). Per queste ultime la somma di IMU e TASI può raggiungere il 6,8%, mentre per gli altri immobili il tetto è all’11,4% (ci sono poi casi particolari, come i fabbricati rurali, con aliquote diverse).
Sottolineiamo che si tratta di un emendamento, che è stato dichiarato ammissibile e di conseguenza verrà discusso in commissione, non di una modifica già decisa alla norma.