Un duplice atteggiamento quello dei clienti, che mette in seria difficoltà le aziende e in particolar modo il comparto marketing. Da un lato l’utente medio chiede una personalizzazione capillare nella comunicazione ma dall’altro non vuole fornire i dati necessari perché ciò avvenga. Fotografa approfonditamente la situazione Selligent Marketing Cloud, piattaforma di marketing automation B2C, attraverso un sondaggio pensato per aiutare i marketer a trovare una soluzione.
=> Psicologia applicata al marketing
La conclusione è cercare di costruire un rapporto di fiducia con il cliente, perché solo così egli sarà disposto a fornire i dati necessari per garantire la personalizzazione. I dati infatti parlano chiaro: il 75% degli intervistati esprime preoccupazione sulla minaccia di violazione dei dati, il 40% degli intervistati si dichiara più infastidito oggi dalle aziende rispetto a cinque anni, il 75% dei consumatori è preoccupato dalla possibilità che un brand tracci il suo comportamento.
Eppure il cliente chiede molto, e si aspetta che le aziende lo trattino come un individuo, non come parte di un segmento, nel 74% dei casi, e il 70% ritiene importante che i brand siano in grado di comprendere la situazione individuale del consumatore.
Nick Worth, CMO di Selligent Marketing Cloud afferma:
Come dimostra il nostro studio, le persone si dimostrano più aperte con i brand di cui si fidano e che sono realmente in grado di fornire valore aggiunto. I marketer più avveduti staranno dunque attenti alle proprie strategie, creando campagne marketing personalizzate che costruiscano la fiducia dei clienti e forniscano una consumer-first experience.